CHARRED WALLS OF THE DAMNED – Cold Winds On Timeless Days

Pubblicato il 31/10/2011 da
voto
5.5
  • Band: CHARRED WALLS OF THE DAMNED
  • Durata: 00:57:56
  • Disponibile dal: 11/10/2011
  • Etichetta:
  • Metal Blade Records
  • Distributore: Audioglobe

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Abbiamo già capito come gira per la maggior parte dei casi il mercato discografico ai giorni d’oggi, vero? A meno che tu non produca un capolavoro di caratura immortale o tu non abbia già alle spalle un nome tanto importante con cui hai segnato a profondi solchi i percorsi della storia, allora puoi metterti il cuore in pace! O fai l’operaio del tuo strumento o, dopo il tuo lavoro ordinario, band o no che sia, metti in piedi un bel gruppo in grado di produrre musica di qualità facendo, prima di tutto, leva sul nome dei musicisti stessi. Così, per integrare la paghetta di fine mese. Ed ecco il perché, da qualche anno a questa parte spuntano sul mercato, come non mai in passato, i cosiddetti super-gruppi, quelli composti da super-nomi. Qualche esempio? Black Country Communion, Chickenfoot, The Damned Things, Transatlantic, ecc. I Charred Walls Of The Damned sono un altro esempio lampante di tutto ciò. Un bel giocattolino con cui divertirsi e che tanto invoglia l’acquisto da parte dei fan dei musicisti qui coinvolti: il talentuoso bassista Steve DiGiorgio, il tecnico e raffinato batterista Richard Christy e il cantante Tim “Ripper” Owens. Alla chitarra invece presenzia Jason Suecof che, più che grande esecutore alle sei corde, è conosciuto per la sua attività di produttore, già al lavoro sui grandi successi dei Trivium prima e su quelli di band affini per genere quali All That Remains, The Black Dahlia Murder, Chimaira, DevilDriver piuttosto che Job For A Cowboy o Whitechapel. Che le idee chiare i nostri ragazzi le abbiano tutte non ci piove. Che i signori DiGiorgio, Christy e Owens abbiano già dato prova in passato di un talento innato, pure. Qualche dubbio viene a galla quando si porta alla luce l’operato del chitarrista. Suecof non è l’ultimo arrivato in termini di attitudine. Ha trattato e consigliato i più grandi nomi del movimento metalcore e deathcore contemporaneo, ma era pronto per un confronto di tal livello? Gusti permettendo e tralasciando il fatto che la scelta l’ha confezionata niente meno che il fondatore dei Charred Walls Of The Damned, Richard Christy, qualche dubbio comunque rimane. A parer nostro, “Cold Winds On Timeless Days”, seconda fatica discografica del quartetto statunitense, è un disco molto poco coeso. Con un punto debole riguardo il lavoro alla chitarra, ritmica e solista, e una costante disgregazione d’insieme. E lo si sente già al primo ascolto… Ad una sezione ritmica estremamente riuscita e sinergica si contrappone un lavoro alle chitarre scarno e poco frizzante in termini di idee, riff a presa rapida e soli. Per dare un’idea, si ha per le mani una sorta di heavy metal tecnico, pennellato di melodia, organizzato, ma non scorrevole e per tal motivo, ostico. Nulla a che fare con Dream Theater, Queensrÿche, Symphony X… La melodia non manca, ma il retrogusto sfuma velocemente. I soli non metteno firma ai brani e, a dirla tutta, evidenziano un parco idee non proprio rigoglioso. Sul tutto si erge poi l’imponente e unica voce di Tim “Ripper” Owens, slanciato e altero nell’esposizione di tutto il bagaglio prezioso celato in una delle ugole più straordinarie che il panorama heavy metal mondiale possa al momento esibire, ma incapace di trovare il giusto incastro nei perfetti ingranaggi ritmici eretti dal duo DiGiorgio/Christy, già poco allineati alle melodie ideate. I quattro danno il loro meglio, ma il risultato è una dozzina di brani incoerenti e poco encomiabili. Se ne apprezza la struttura ritmica, si gode delle smisurate potenzialità canore di Owens, sempre ad altissimi livelli e qualche slancio melodico alle sei corde si fa ben apprezzare, ma il tutto è inefficace se da una band ci si aspetta un lavoro di squadra, un lavoro in cui la sinergia e gli intenti dei singoli convergono in un unico obiettivo che rappresenti, equilibratamente, un’unica personalità, indistiguibile da quella dei singoli se non per stile. L’impatto d’insieme è colto in brani come “Zerospan” e “Avoid The Light” ma, date le premesse e i nomi in gioco, è pochino… Perlomeno abbiamo cerfitificato, per l’ennesima volta, che “super-gruppo” non è sinonimo di “super-album”.

TRACKLIST

  1. Timeless Days
  2. Ashes Falling Upon Us
  3. Zerospan
  4. Cold Winds
  5. Lead The Way
  6. Forever Marching on
  7. Guiding Me
  8. The Beast Outside My Window
  9. On Unclean Ground
  10. Bloodworm
  11. Admire The Heroes
  12. Avoid The Light
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