6.0
- Band: CHASTAIN
- Durata: 00:52:02
- Disponibile dal: //2004
- Etichetta:
- Massacre Records
- Distributore: Self
E’ da parecchi anni che non si sente parlare del guitar hero David T.Chastain; precisamente, se il sottoscritto non va errato, da quasi otto anni e da quell'”In Dementia” che poco di buono faceva registrare in casa Chastain rispetto al buon passato di dischi come “Ruler Of The Wasteland” e “The Seventh Of Never”. Che cosa c’è dunque da aspettarsi da David da questo nuovo disco? Be’, in sostanza le cose sono due: diciamo che c’è una parte di intenzione di ritorno al passato, dato che la musica che troviamo su “In An Outrage” può comunque senza problemi essere etichettata come ‘heavy metal’: i problemi sono altri. Per prima cosa quest’album è assolutamente privo anche della minima ombra di varietà, dato che le canzoni ed i riff si assomigliano veramente troppo tra loro lungo tutto il decorso del disco, ed in tutto questo i suoni abbastanza moderni e troppo compressi del disco non aiutano certo a fare digerire il tutto; ne consegue che anche la qualità del disco ne risente fortemente, nonostante il largo uso da parte di David, nelle canzoni, di scale orientaleggianti che danno un tocco un po’ più variopinto al semplice heavy metal mid-tempato d’assalto (almeno nelle intenzioni) del guitar-hero. L’ultimo problema riguarda la voce di Kate French, singer che il sottoscritto non ha mai apprezzato e che ritiene una delle principali cause del declino della band dagli anni Novanta ai tempi odierni. In conclusione non possiamo però esimerci dal giudicare comunque questo album sufficiente: nonostante la ripetitività dei pezzi, infatti, “In An Outrage” presenta comunque una scelta di dieci canzoni che possono risultare, almeno a tratti, sicuramente piacevoli per un fan dell’heavy metal che non si scandalizzi per i suoni più moderni e compressi che questo album presenta… citiamo, in particolare, “Lucky To Be Alive”, “Bullet From A Gun” e “Tortured Love”, le track migliori del disco (che, comunque, gode di un certo equilibrio qualitativo, dato che le song sono all’incirca tutte sullo stesso livello), riservandoci comunque di consigliare, a chi ancora non conosce molto bene il four-piece americano formato intorno alla figura di David, un ascolto dei primi dischi della band, che sicuramente si pongono molte spanne al di sopra di questa poco più che mediocre loro nuova prova in studio.