6.5
- Band: CHILDREN OF BODOM
- Durata: 00:46:55
- Disponibile dal: 08/03/2019
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Dopo gli attesi ritorni di Soilwork e In Flames, entrambi capaci di rinnovarsi senza snaturarsi, mancavano solo i Children Of Bodom (tralasciando la raccolta di cover degli Arch Enemy e aspettando notizie dai Dark Tranquillity) per misurare lo stato di salute di quelli che una volta erano i paladini del melodic-death. Come anticipato nel nostro track-by-track, in controtendenza rispetto all’ottimo “I Worship Chaos”, Alexi Laiho e soci decidono stavolta di fare un passo indietro, andando a recuperare le sonorità sviluppate nel periodo 2000-2005 (da “Follow The Reaper” a “Are You Dead Yet?”, con tanto di reprise di “Knuckleduster” dall’EP “Trashed, Lost & Strungout”). A distanza di quindici anni molte cose sono cambiate, e potremmo definire il risultato di “Hexed” come sereno variabile: se da un lato abbiamo una manciata di pezzi con un tiro micidiale (“This Road”, oppure la titletrack) o quanto meno divertenti (“Under Grass And Clover”, “Platitudes And Barren Words”), dall’altra il resto della tracklist, specie nella seconda metà, sembra andare avanti quasi per inerzia, riprendendo soluzioni ormai abusate senza troppa convinzione, in particolare per quanto riguarda la prova dietro al microfono di un Alexi Lahio decisamente imborghesito rispetto al Wildchild di una volta. Peccato perchè dal punto di vista strumentale le cose funzionano comunque abbastanza bene, con un Wirman MVP che tiene in piedi da solo la baracca come in “Hecate’s Nightmare”, ma anche se come detto non mancano alcune fiammate, il paragone con il periodo rosso-nero è abbastanza impietoso. Le due tracce live e il remix di “Knuckleduster” (inserite come bonus track al posto delle consuete cover) nulla aggiungono ad un disco che, per chi scrive, insieme al solo “Halo Of Blood”, si colloca in una limbo tra i tanti alti e i pochi bassi della discografia Bodomiana.