7.0
- Band: CHRCH
- Durata: 44:10
- Disponibile dal: 11/05/2018
- Etichetta:
- Neurot Recordings
- Distributore: Goodfellas
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Purezza ed onestà sembrano essere le caratteristiche fondamentali del progetto dei post-metallers di Sacramento, ora nel rooster Neurot, al fianco dei loro paladini Neurosis. “Light Will Consume Us All” segue il primo “Unanswered Hymns” del 2015 e si struttura in tre brani doomeggianti, lunghi ed incombenti, come ci si poteva aspettare. “Infinite Return” è la prima traccia e anche la più lunga, circa 20 minuti di brano, dove un lungo arpeggio conduce ad un abisso fumoso e disorto, si riapre in un tema chitarristico à la Subrosa, con la suadente voce di Eva Rose ad accompagnare nelle trasmutazioni degli animi, e infine di richiude in un’implosione doom epica e pallbeareriana, con un tema prima ad una sola chitarra fuzzosa e poi in polifonia. Con “Portals” il ritmo si fa più veloce e serrato, almeno nel riff iniziale, per poi chiudersi velocemente nel minimalismo più standard del verbo doom, rallentandosi sempre più, evocando attraverso i timbri della Rose e di Lemos le più mefitiche luci maledette che consumano l’essere umano, divorandolo poco alla volta e infine aprendosi di nuovo ad un’epicheggiante conclusione evocativa. La luce ci consumerà tutti, prima o poi, dicono i Chrch. Questa musica riesce a portare avanti questo presupposto. “Aether” chiude, con i suoi nove minuti finali (con la canzone più corta del disco), il discorso di minimalismo, purezza e spirito della band di Sacramento, in una maniera solenne, granitica e gargantuesca (la velocizzazione simil-black del finale è il colpo di coda definitiva!!!) un discorso già sicuramente sentito ma lungi dal consumare il suo effetto e tutta la sua efficacia. Un buon lavoro, dunque, in cui sicuramente si potrà concordare sul fatto che questi anni di doom/sludge/post-metal sono tra quelli che portano avanti nella maniera più fruttuosa e convincente le nuove tendenze della musica distorta.