CHRONOSFEAR – Chronosfear

Pubblicato il 05/06/2018 da
voto
7.0
  • Band: CHRONOSFEAR
  • Durata: 00:54:59
  • Disponibile dal: 27/04/2018
  • Etichetta:
  • Underground Symphony
  • Distributore: Audioglobe

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I Chronosfear sono stati fondati nel 2012 dal batterista Michele Olmi e l’anno successivo la band riusciva a pubblicare un EP. Successivamente, la line-up è stata completamente stravolta, per cui della formazione originaria è rimasto il solo Olmi, affiancato poi da Davide Baldelli (tastiere) e Filippo Tezza (voce), ai quali si sono in seguito aggiunti Eddie “TheSpot” (chitarra) e Xavier Rota (basso). Il gruppo bresciano suona un power/prog che affonda le proprie radici soprattutto negli anni ’90, con influenze che spaziano dal classico power teutonico al power neoclassico, con echi comunque di vari altri act internazionali (Angra, Kamelot, Sonata Arctica, Royal Hunt, Nightwish), ma in modo particolare anche di gruppi italiani (Labyrinth, DGM, Skylark, ecc.). Questo omonimo album di debutto, che in parte ripropone (in differente versione) anche le tracce contenute nell’altrettanto omonimo precedente EP, riesce a far convivere tutte queste influenze in un mix di grande impatto, caratterizzato da brani trascinanti, con refrain coinvolgenti e una grande cura dei dettagli: troviamo così una grande attenzione per cori e melodie, un ottimo amalgama tra i diversi strumenti (davvero eccezionale, in particolare, per qualità e varietà esecutiva, il lavoro tastieristico di Baldelli) e una struttura dei brani che, pur non potendo essere considerata propriamente progressive, tuttavia spesso si presenta in maniera abbastanza articolata e con elementi mutuati appunto dal metal prog. Il risultato è un disco davvero gradevole e per nulla scontato che, seppur in qualche frangente paga in qualche misura dazio alle proprie influenze, tuttavia riesce a brillare per la qualità e la freschezza delle composizioni. Brani come “The Gates Of Chronos”, “Symphonies Of The Dreams Untold”, “The Last Dying Ember” e “The Ascent”, giusto per citarne qualcuno, faranno la gioia di chi ama il power/prog e, in generale, di chi è rimasto legato appunto a sonorità anni ’90. Niente male neanche un midtempo come “Innocent And Lost”, così come una ballata maestosa quale la conclusiva “Homeland”. Buon album di debutto, dunque, che alla fine è arrivato, nonostante ci sia voluto un bel po’ di tempo perchè la band si assestasse con una formazione stabile: possiamo però senz’altro dire che ne è valsa la pena e auspichiamo che d’ora in poi questa possa proseguire in maniera più continua, in modo da non vanificare il buon lavoro sinora svolto e dare seguito al percorso artistico ora intrapreso.

TRACKLIST

  1. Clockworks
  2. The Gates Of Chronos
  3. Symphonies Of The Dreams Untold
  4. The Last Dying Ember
  5. Of Dust And Flowers
  6. Faces
  7. Innocent And Lost
  8. The Ascent
  9. Time Of Your Life
  10. Revelations
  11. Homeland
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