8.5
- Band: CHURCH OF MISERY
- Durata: 00:40:37
- Disponibile dal: 09/06/2004
- Etichetta:
- Diwphalanx Records
Spotify:
Apple Music:
Una passione maniacale per i Black Sabbath, condita da una vena psichedelica in questo album ancora più evidente e una sporcizia sonora amplificata da una produzione cruda (capace di catapultare in modo immaginario in uno dei loro infuocati live), che in questo caso non deve essere presa come un difetto: la ricetta dei Church Of Misery è semplice, eppure riscuote successo dal 1995. Tra album, EP, split e, soprattutto, una serie infinita di cambi di formazione, la carriera della band di Tokyo è stata praticamente una corsa ad ostacoli, ma anche priva di passi falsi, e questo secondo album, intitolato appunto “The Second Coming”, ne rappresenta uno dei punti più alti. Rispetto all’esordio “Master Of Brutality”, la voce è leggermente più a fuoco, grazie al nuovo cantante Hideki Fukasawa che, ovviamente, nel corso degli anni più volte entrerà ed uscirà dal gruppo; come da tradizione, inoltre, ogni brano è dedicato ad un differente serial killer, in un vortice di omicidi, torture e violenza reso ancora più crudo dall’atmosfera caotica, da una distorsione altissima e da alcuni stranianti suoni lisergici. L’interpretazione sabbathiana si avvicina, nei diversi passaggi, a quella degli Electric Wizard, degli Sleep e molte volte anche dei Down; c’è spazio anche per una cover dei Cactus, “One Way Or Another”, resa ancora più sulfurea ed abrasiva dell’originale, e per un brano intitolato “El Topo”, un doom ipnotico e fumoso, posto in chiusura ed ispirato all’omonimo film del regista Alejandro Jodorowsky.
Da ascoltare a volumi disumani e possibilmente con l’ausilio di qualche sostanza psicotropa.