6.0
- Band: CIRCLE II CIRCLE
- Durata: 00:50:00
- Disponibile dal: 24/09/2010
- Etichetta:
- AFM Records
- Distributore: Audioglobe
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Arrivano al ragguardevole traguardo del quinto album in otto anni i Circle II Circle di Zachary Stevens, che ancora una volta ci offrono una buona dose di power metal americano molto classico e derivativo. Diciamo che “Consequence Of Power” soffre dei classici difetti che hanno iniziato a presentarsi a partire dal secondo album della band: mancanza di personalità in primis, dalla quale deriva un songwriting mai incisivo; derivatività del sound e scarso appeal melodico vengono poi di conseguenza. Che la voce di Zac sia quella di un fuoriclasse lo si era capito sin dal suo arrivo sulle scene nel 1993, in quel capolavoro assoluto che è “Edge Of Thorns” dei Savatage: il singer nel frattempo non ha perso un’oncia di credibilità, almeno a livello vocale. Per ciò che concerne la scrittura dei brani, è evidente che Zac ha dei limiti intrinsechi che non gli permettono di andare oltre la costruzione di composizioni magari anche ben riuscite, ma fondamentalmente prive di mordente e di personalità. I rimanenti musicisti che compongono la band, ovverosia Andrew Lee alla chitarra, Paul Stewart al basso e Johnny Osborn alla batteria non incidono minimamente sul risultato finale, risultando al massimo degli onesti mestieranti che, senza l’apporto del fenomeno dietro al microfono, non avrebbero nessuna possibilità di vedere ricordato il loro nome in ambito heavy. Con tali premesse è ovvio che “Consequence Of Power” non possa essere nulla di stupefacente, risultando anzi l’ennesimo passaggio a vuoto di un gruppo che è sempre stato troppo sopravvalutato ed al quale lo scettro di eredi dei Savatage dato loro ad inizio carriera ha sicuramente fatto più male che bene. I dieci brani contenuti nell’album sono tutti piuttosto affini alla scena power heavy americana, con alcuni passaggi maggiormente vicini al prog metal ed altri all’hard rock roccioso, senza dimenticare dei momenti sinfonici memori ovviamente dei Savatage. Il piede sull’acceleratore non viene pigiato molto spesso, preferendo momenti più legati al mid tempo ed alla melodia; non viene concesso praticamente nulla alla modernità, salvo dei brevi passaggi di voce filtrata inseriti qua e la. Il sound è piuttosto caldo ed avvolgente, ma ciò non basta a rendere “Consequence Of Power” un lavoro degno di essere ricordato. Alla fine la sufficienza è data dal fatto che alcuni riff sono comunque godibili e che, seppure nella scontatezza più assoluta, il materiale è ben suonato e ottimamente cantato. A questo punto non sappiamo se sia lecito chiedere di più a Zac e ai suoi sodali, bisogna solamente prenderli per quello che sono e cercare di accontentarsi, soprattutto se si ama il genere che propongono.