5.5
- Band: CIRCLE II CIRCLE
- Durata: 02:23:56
- Disponibile dal: 20/07/2012
- Etichetta:
- AFM Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
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Prima compilation in carriera per i Circle II Circle, band formata su volere di Zackary Stevens all’indomani della propria uscita dai Savatage. Prima compilation dicevamo, dunque, ma, alla luce di ripetuti ascolti, concludiamo presto che qualcuno avrebbe dovuto in realtà consigliare alla band statunitense di aspettare tempi più maturi per una pubblicazione così ‘mastodontica’ (32 canzoni per quasi due ore e mezzo di musica). Non che “Full Circle, The Best Of” sia un prodotto scadente o disonesto nei confronti dei fan, anzi! Il materiale presente è decisamente tanto, e non mancano le primizie per i collezionisti quali canzoni presenti solo sulle b-side dei singoli o succose prestazioni live ma, purtroppo, la sensazione generale alla fine dell’ascolto della compilation intera è che Stevens e soci si siano fatti un po’ prendere la mano nello stilarne la tracklist definitiva. Infatti, anche se la band è attiva da orami dieci anni e vanta in tale periodo ben cinque dischi pubblicati, i dischi stessi risultano essere troppo simili tra loro per giustificare la pubblicazione di un lavoro di raccolta così imponente. Uno degli scopi più importanti per una compilation dovrebbe, secondo noi, essere quello di mostrare il percorso artistico ed evolutivo della band, racchiudendo in solchi ravvicinati brani provenienti da tempi artisticamente differenti e tracciando dunque una sorta di bilancio del cammino percorso. Rapportato alla discografia dei Circle II Circle, questo fondamentale aspetto viene purtroppo a mancare. I cinque dischi di cui sopra, come già dicevamo, risultano veramente troppo simili fra loro, e questo difetto della loro discografia inficia pesantemente l’esito di questa compilation che, se non fosse per la nutrita parte finale contenente le versioni alternative, risulterebbe solo essere un sesto disco dei Circle II Circle, peraltro molto più lungo e pesante. Oltre a questo fatto, anche la scelta generale dei pezzi da introdurre nella compilation non funziona alla perfezione: la scelta della band si è comprensibilmente incentrata sui pezzi ritenuti migliori e più rappresentativi, quelli che ricordano una versione più cupa dei Savatage sporcata da tanto power americano, e anche questa scelta compie un lento lavoro di erosione ai danni della compilation. Quasi tutti i pezzi scelti sono infatti un po’ troppo pesanti e cupi per ascoltarli uno di fila all’altro, e le poche ballad o pezzi più dinamici inseriti nella tracklist non riescono a smuovere il monolitico senso di pesantezza che ci assale durante l’ascolto. “Full Circle” è decisamente un prodotto riuscito solo in parte: eccezionalmente onesto e generoso nei confronti dei fan per la quantità del materiale, oculato nella sua scelta dei pezzi migliori, ma alla fine inficiato dalla monotonia e pesantezza di una discografia già di per sè non esaltantissima; e tutto ciò finisce immancabilmente per spostare il nostro giudizio globale verso una lieve insufficienza. Ci dispiace essere così cattivi, dopo tutto dobbiamo ammettere che in queste due ore e mezze di musica di momenti buoni ce ne sono eccome, ma non possiamo non considerare il fatto che con questa uscita così pachidermica sia la band stessa ad essersi tirata la zappa sui piedi: più che invogliare un nuovo ascoltatore a comprare i dischi della passata discografia, l’effetto finale è invece quello di convincerlo che ascoltato un album li si ha sentiti tutti, e questo converrete tutti che commercialmente è una mossa non proprio brillante. Un sei e mezzo per l’impegno, diciamo, ma purtroppo il risultato e la noia che esso suscita finiscono per parlare da soli ed essere riflessi nel voto. Peccato.