7.0
- Band: CIRCUS MAXIMUS
- Durata: 00:54:39
- Disponibile dal: 31/08/2007
- Etichetta:
- Frontiers
- Distributore: Frontiers
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Il debutto, datato 2005, era stato un album di successo, incensato da critica e (nei limiti del possibile) pubblico. Era inevitabile che il mondo di noi estimatori di progressive metal stesse attendendoli al varco. “Isolate”, il nuovo album dei norvegesi Circus Maximus è la nuova fatica che finalmente metterà tutti d’accordo. L’unica critica che era stata avanzata da alcuni contro “The 1st Chapter” era l’eccessiva somiglianza dei pezzi con alcuni classici dei Dream Theater, una delle band più influenti del panorama odierno. E, come tutti dovrebbero fare in questo mondo, i cinque ragazzi si sono rimboccati le maniche e, forti delle critiche costruttive ricevute da un lato, rincuorati dagli ottimi responsi dall’altro, si sono gettati nella composizione di “Isolate”, con l’aiuto vitale del nuovo tastierista Lasse Finbråten, e con la precisa intenzione di creare qualcosa che restasse nei cuori e nelle orecchie dei fan fiduciosi. La personalità della band, pressoché latitante in passato, si sta delineando intorno al riffing nervoso di Mats Haugen, alla voce cristallina di Michael Eriksen e al sempre vario drumming di Truls Haugen, una vera macchina da guerra. Nei pezzi più heavy, come “A Darkened Mind”, la portentosa “Abyss”, dotata di un riffing di rara bellezza, la Dream Theater-oriented “Sane No More”, notiamo come i nostri abbiano definitivamente ruotato la bussola verso territori cari a Symphony-X e soci. Ma non c’è solo potenza in “Isolate”. C’è anche “Arrival Of Love”, che con le sue melodie ariose, con le sue tastiere eighties ci porta alla mente le migliori sonorità AOR, che i nostri sembrano possedere nel proprio DNA. C’è la ballad “Zero”, che riesce a distaccarsi parzialmente dai cliché imposti dalla categoria, risultando apprezzabile. E poi c’è “Mouth Of Madness”, uno stupendo pezzo di quasi tredici minuti, che racchiude al suo interno tante di quelle ottime idee da poterci ricavare un album intero. Se poi consideriamo che la produzione si attesta su livelli stellari (chitarra e batteria vanno a braccetto in modo esemplare, complimenti al produttore), non possiamo fare altro che consigliare il nuovo lavoro degli Shadow Gallery a tutti gli amanti del progressive metal intriso di melodia e di passione. Anche lasciando parzialmente in disparte i Dream Theater, i nostri se la cavano più che bene.