CIRITH UNGOL – Dark Parade

Pubblicato il 17/10/2023 da
voto
8.0
  • Band: CIRITH UNGOL
  • Durata: 00:44:05
  • Disponibile dal: 20/10/2023
  • Etichetta:
  • Metal Blade Records

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Prima la separazione dal chitarrista Jimmy Barraza, quindi il comunicato, in perfetto stile Cirith Ungol, circa il loro ritiro dalle attività live al termine del 2024: due news, arrivate nel giro di una decina di giorni, che vanno a a marchiare il nuovo “Dark Parade” come una sorta di canto del cigno della band di Ventura, ritornata grandemente alla ribalta nel 2016 dopo cinque lustri di silenzio; un portentoso comeback testimoniato dall’eccezionale “Forever Black”, pubblicato nell’aprile di tre anni fa, allo scoppio ufficiale del terribile periodo pandemico.
Un album perfetto, in grado di mettere nuovamente in risalto l’heavy metal suonato dal gruppo americano, cesellato di epico, contornato di doom, permeato da oscurità e mistero, con la voce dell’eterno Tim Baker a distillare disperazione e pessimismo dal primo all’ultimo verso.
Caratteristiche storiche – ‘cult’, come si suol dire – presenti a caratteri cubitali anche in quest’ultima (e definitiva?) release: “Dark Parade”, sulla cui copertina spicca ancora una volta Elric di Melniboné, determina un segno indelebile di continuità che rimanda per forza di cose a quel primo “Frost And Fire”, datato 1981, dipingendo oggi un quadro lirico e strumentale dove l’annientamento e il futuro contorto dell’intera umanità trovano una colonna sonora a dir poco impeccabile. Un solco lungo oltre quarant’anni, pausa compresa, che trova la piena realizzazione in questo sesto full-length, racchiudendo in grande stile i primi strali dell’heavy doom dello stesso “Frost And Fire”, la cruda pesantezza di “King of the Dead”, la melodia più spiccata di “One Foot In Hell” e l’epicità dello sfortunatissimo “Paradise Lost”; e se a ciò ci aggiungiamo lo spirito di rivalsa, o di una semplice voglia di tornare sulla scena, spinti dall’attuale bassista Jarvis Leatherby (leader dei Night Demon), palesata appunto in “Forever Black”, il gioco è fatto. “Dark Parade” è la summa di questi cinque capitoli.
Il tipico sound dei Cirith Ungol, sempre in equilibrio tra lo slancio melodico e grintoso della NWOBHM e il desolante incedere di un epic-doom d’annata, ci regala otto brani atti a costruire una continua discesa verso il totale decadimento sociale e il collasso ambientale, individuabile nel trittico conclusivo del disco, composto dalla title-track, “Distant Shadows” e “Down Below”, spaventosa e in parallelo affascinante, con un Baker quasi indemoniato nel dichiarare la profezia dell’estinzione totale del genere umano.
Un incubo a trecentosessanta gradi, iniziato con la ruffiana e ‘priestiana’ “Velocity (S.E.P.)”: rapida, furiosa, molto simile, a livello di impatto immediato, alla precedente “Legion Arise”, apripista del menzionato “Forever Black”. Ma è solo un indizio sfuggente e illusorio, vista la perentoria entrata in scena di un brano come “Relentless”, bollato da intarsi chitarristici dal sapore esotico, orientaleggiante, citando quei fraseggi maledetti innalzati anni addietro da tali Mercyful Fate.
Il risultato di questa bilancia emotiva lo troviamo nella successiva “Sailor On The Seas Of Fate”, spezzata clamorosamente in due tronconi: primi quattro minuti all’insegna della riflessione arpeggiata, con il classico incedere di Robert Garven a farla da padrone; seconda parte invece, devota ad un martellamento in salsa heavy a dir poco trascinante, per un brano davvero sublime.
Futuro incerto e nefasto, palesato dalla tortuosa e diabolica “Sacrifice”, una sorta di litania dannata, seguita a ruota da un altro esempio della classe infinita dei Cirith Ungol: “Looking Glass” si stende lungo un riff tagliente tanto semplice quanto ipnotico sul quale è ancora una volta il timbro sgraziato del cantante statunitense a fare il bello e il cattivo tempo prima che un lungo assolo accompagni l’ascoltatore verso i passi decisivi della desolazione. Sì perché una volta ‘rotto il vetro’, la strada è ormai segnata: i tre stadi in direzione dell’eterno oblio sono pronti per essere serviti.
A questo punto, oltre che metterci all’ascolto della fatica numero sei targata i Cirith Ungol, è d’obbligo buttare un occhio sulle prossime, e ultime, date live che la band californiana porterà per il mondo nel 2024; un motivo in più per ringraziare un gruppo che ha inevitabilmente fatto la storia di questo genere.

TRACKLIST

  1. Velocity (S.E.P.)
  2. Relentless
  3. Sailor on the Seas of Fate
  4. Sacrifice
  5. Looking Glass
  6. Dark Parade
  7. Distant Shadows
  8. Down Below
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