CIRITH UNGOL – Half Past Human

Pubblicato il 22/05/2021 da
voto
7.5
  • Band: CIRITH UNGOL
  • Durata: 00:42:41
  • Disponibile dal: 28/05/2021
  • Etichetta:
  • Metal Blade Records
  • Distributore: Audioglobe

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Poco più di un anno fa eravamo intenti a strapparci gli ultimi capelli (soprattutto quelli di chi scrive) mentre, in rigorosa devozione, ascoltavamo il comeback dei Cirith Ungol. Con “Forever Black”, la band di Ventura tornava con prepotenza sui gradini più alti dell’epic-doom, regalandoci un album arcigno, completo, a tratti maledetto. Ancora oggi, sempre attuale, riecheggiano nello stereo le note di “Before Tomorrow”, con la voce di Tim Baker a squarciagolare quel monito carico di adrenalina e timore, “Today the end is near!“. Un ritorno da ‘gasamento’ che, statene certi, acquisterà ulteriore linfa con il qui presente “Half Past Human”, un EP che affonda le proprie radici nel lontano passato del gruppo ma che trova la giusta e moderna freschezza in questo 2021. Quattro brani scritti nei primissimi anni di carriera (“Half Past Human” risale addirittura al 1976, ndr) ma rimasti stranamente nel cassetto; mai registrati, mai pubblicati, rinchiusi nella cripta; quattro pezzi che vedono la luce oggi, intrisi di sinistra e apocalittica energia, quella tipica dei Cirith Ungol, da sempre palesata nei precedenti album.
E se “Brutish Manchild”, primo estratto dell’EP rilasciato un mese e mezzo fa (una sua prima versione in realtà venne pubblicata poco dopo “Forever Black” per la Decibel), ci mostra una band in splendida forma, in cui è la parte più rockeggiante a farla da padrona, sono gli altri tre episodi a rendere il nuovo dei Cirith Ungol ancor più speciale ed il giusto appendice al disco che lo ha preceduto. Ad accendere i motori ci pensa immediata l’opener “Route 666” con un riff robusto su cui si stagliano le melodie di Greg Lindstrom. Una base solida, perfetta per disegnare l’opportuna strada sulla quale far viaggiare l’intero brano, poderoso e coinvolgente. Riffoni che si ripresentano imperiosi nella successiva “Shelob’s Lair”, pezzo intrigante, dalle continue riprese, a tratti fortemente hard rock, anch’esso impreziosito dal lavoro alle sei corde dello stesso Lindstrom, seguito a ruota dall’amico Jim Barraza, mentre la coppia ritmica formata dallo storico drummer Robert Garvene e Jarvis Leatherby (bassista, leader dei Night Demon e fautore assoluto della rinascita dei Cirith Ungol) accompagna i racconti isterici narrati dall’ugola di Baker. All’appello manca comunque la variante epic-doom, il loro marchio di fabbrica: ed il tassello viene degnamente timbrato dalla conclusiva titletrack. Seguendo le tracce delineate dall’eterna “Maybe That’s Way” (da “Frost On Fire”) e dall’occulta “Finger Of Scorn” (da “King Of The Dead”), dalle quali è scaturita pure la più recente “Stormbringer”, “Half Past Human” si presenta come una marcia trionfale di oltre sette minuti in cui è ancora una volta la voce, sicuramente singolare, di Tim Baker a lanciare il suo spettrale sermone, lasciando che i suoi compagni di merenda si divertano ad intarsiare una trama sinuosa e maligna che, soprattutto nella seconda parte, rilascia maggior fascino, ad anticipare la solenne e definitiva chiusura. Col senno di poi verrebbe da chiedersi come abbiano potuto rimanere esclusi fin ad ora dalla discografia dell’act americano brani di tali portata; meglio tardi che mai. La questione comunque è presto detta: se avete goduto con “Forever Black”, “Half Past Human” è da possedere quanto prima. Ancora una volta i Cirith Ungol hanno riversato il loro vortice ribollente di caos metallico.

TRACKLIST

  1. Route 666
  2. Shelob's Lair
  3. Brutish Manchild
  4. Half Past Human
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