7.5
- Band: CITY OF FIRE
- Durata: 00:47:23
- Disponibile dal: 26/11/2009
- Etichetta:
- Cyclone Empire
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In attesa del nuovo capitolo con i Fear Factory, Burton C. Bell e il bassista Byron Stroud danno vita ai City Of Fire. La band di origine canadese per la verità nasce da una costola dei Caustic Thought che, riunitisi nel 2008, hanno coinvolto in questo nuovo progetto l’esperto singer dei Factory e il chitarrista Terry Murray. Il quintetto di Vancouver ci regala un disco spontaneo che miscela con sapienza hardcore e garage rock con inserti grunge e thrash, puntando su mid-tempo di grande impatto che suoneranno come autentici macigni nella vostra testa. Difficile trovare punti in comune con altri colleghi, ma per impatto e personalità l’accostamento con certi Grip Inc. non pare così forzato, anche se il parallelismo è limitato ai frangenti più pesanti. L’avvio è subito devastante con l’accoppiata “Carve Your Name” e “Gravity”, che mette insieme un sound clautrofobico e ipnotico senza perdere nulla quanto a groove e potenza, mentre con la successiva “Rising” i City Of Fire si aprono ad ariose melodie post-grunge. “A Memory” punta nuovamente sulla melodia con risultati discreti seppur un po’ scontati, ma con la successiva “Spirit Guide” la band ritorna a fare sul serio in virtù di mid-tempo pachidermico in grado di alternare parti altamente allucinogene a crescendo in cui Burton urla tutta la sua rabbia. Il songwriting si mantiene su alti livelli anche nella seconda parte del disco, grazie al garage rock imbastardito da ritmiche spigolose dell’emblematica “Coitus Interuptus” e all’ossessiva “Hanya”, mentre nel finale dopo il suggestivo intermezzo strumentale a titolo “Emerald” c’è tempo per un’ultima perla regalata dalla sofferta ballata “Rain” che giunge quanto mai opportuna a tamponare il fuoco nelle casse ormai abbrustolite dei nostri stereo.
