7.5
- Band: CLAIRVOYANTS
- Durata: 00:58:25
- Disponibile dal: 27/02/2012
- Etichetta:
- Valery Records
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In uno stato, l’Italia, dove forse anche per una certa ignoranza di massa le cover band affermate tirano più delle giovani formazioni originali, ci sono storie di gruppi che tentano coraggiosamente di distaccarsi dalla semplice seppur a suo modo appagante simulazione dei propri idoli. È il caso dei Clairvoyants che ben noti come cover band degli Iron Maiden, hanno deciso di intraprendere la propria strada pubblicando nel 2009 il primo loro album “Word To The Wise”. Il lavoro era comprensibilmente debitore dei grandi padri ispiratori inglesi ma già lasciava intravedere una band compatta e tecnicamente preparata che avrebbe potuto tracciare un proprio e più personale sentiero. È quello che accade con il secondo “The Shape Of Things To Come”, un disco con il quale i Clairvoyants evolvono verso un songwriting più ispirato, personale e maturo. Al centro di questa apprezzabilissima seppur non radicale svolta c’è la volontà di avvicinarsi maggiormente a territori hard rock e dare a ritornelli e melodie un maggior risalto. È proprio in tali aspetti, oltre che in una miglior cura di suoni e arrangiamenti, che sta la maggior qualità di “The Shape Of Things To Come” rispetto al precedente lavoro. Mid tempo come la opener “No Need To Surrender” o la successiva “I Don’t Believe Their Lies” esprimono esattamente questo concetto grazie a un approccio hard rockeggiante, linee vocali più incentrate su tonalità medie, eseguite con uno stile leggermente sporcato e maggiormente espressivo che in passato, melodie soliste molto ben curate e soprattutto ritornelli diretti ed efficaci. A dimostrazione che i Clairvoyants hanno trovato una loro dimensione ideale laddove il sound è meno tirato, non possiamo non citare i due brani più lenti del lavoro, ossia “Just The Same Story” e “Sinner’s Tale”, semi lenti in cui spiccano di nuovo l’interpretazione calda di un rinnovato Gabriele Bernasconi e le notevoli aperture melodiche dei ritornelli. La band, pur ottenendo ottimi risultati con questo tipo di sonorità, non rinuncia certo alla propria natura più strettamente classic metal e in certi casi riesce ad aggiungere ulteriore qualità al lavoro. È il caso delle energiche ed immediate “Endure And Survive” e “To Heaven And Back”, quest’ultima di nuovo con una venatura hard rock che le dona un buon tiro. Menzione a parte per la lunga e discreta “Horizon Calling” che vede il quintetto alle prese con una struttura che varia da atmosferici arrangiamenti sinfonici a parti più tipicamente maideniane, e per la titletrack, altro lungo brano classic che si apprezza solo dopo più ascolti per via di una linea melodica meno diretta rispetto agli altri casi sopra menzionati. Il disco non è però esente da qualche calo di tono, nella fattispecie “Prometheus” e “The Only Way Out Is Through”, in cui il sound segue più marcatamente quegli stilemi classici a cavallo tra NWOBHM e power che sembrano non essere però il terreno più congeniale ai Clairvoyants. Forse difetti che si sarebbero potuti evitare semplicemete omettendo questi riempitivi da una tracklist già sufficientemente ricca. “The Shape Of Things To Come” marca ad ogni modo un buon passo avanti rispetto al suo predecessore e ci permette di considerare a tutti gli effetti i Clairvoyants come una delle realtà italiane da tenere d’occhio in futuro.