8.0
- Band: CLOUDSCAPE
- Durata: 00:58:18
- Disponibile dal: 01/02/2005
- Etichetta:
- Metal Heaven
- Distributore: Frontiers
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“Che bello, ma allora esistono ancora dei debut album con i fiocchi!”: è quello che viene da pensare all’ascolto del bellissimo album dei Cloudscape. La band è relativamente giovane (si è definitivamente formata infatti nel 2001), ma non sembra risentire affatto della scarsa esperienza, proponendoci un sound ricco di sfaccettature, dal power al progressive più potente e melodico. E proprio a partire dall’opener “As The Light Leads The Way” i Cloudscape ci mostrano come sia per loro facile presentare una song dall’impatto notevole, dalle melodie vincenti stile Vanden Plas e da un guitar work veramente da favola. Qui tutti gli strumenti la fanno da padroni, grazie all’eccellente produzione a cura di Anders “Theo” Theander ai Roastinghouse Studios (Pain of Salvation, Last Tribe, Paathos), che ci dà la possibilità di godere della precisione della sezione ritmica e della potenza delle chitarre nella splendida “Under Fire”. In “Aqua 275” il singer Andersson si rende protagonista di una performance maiuscola, facendo intravedere delle similitudini con il singer dei Brainstorm Andy B. Franck. Ora veniamo ad una delle perle dell’album, quella “Witching Hour” che fin da subito ci ricorda gli immensi Symphony X, con i suoi intrecci melodici di keyboard ed il suo incedere cadenzato. “In These Walls” procede bene, senza infamia e senza lode. Arriviamo a metà dell’album, con una “Out Of The Shadows” spiazzante. L’inizio à la Rhapsody ci trae in inganno, ci aspetteremmo la solita song sparata, ed invece i Cloudscape colpiscono basso, con dei riff cadenzati di notevole potenza e bellezza. Arriviamo così, attraverso le prog-oriented song “Everyday is up to you” e “Dawn Of Fury”, alla traccia che forse non avrebbe dovuto apparire sull’album, tale “Slave” che, pur presentando una struttura ricca di geometrie melodiche e ritmiche, ci fa storcere il naso per quel riff plagiato pedissequamente da quel capolavoro che è “Rising Force” del guitar hero Yngwie Malmsteen. Ma i Cloudscape si fanno perdonare, e con “The Presence Of Spirits” ci presentano la migliore song del platter. L’inizio è sinistro e maestoso, le strofe sono un continuo di cambi di atmosfera, il ritornello è azzeccatissimo, il guitar solo è validissimo. Cosa chiedere di più? Arriviamo ora alla fine, dopo una “Scream” puramente di mestiere, ascoltiamo la dream theateriana “Losing Faith”, che chiude in bellezza un debut album davvero di tutto rispetto. Completano il lavoro un artwork molto professionale ad opera del grande Mattias Noren e dei testi intelligenti ed assolutamente non banali.