9.0
- Band: CLUTCH
- Durata: 00:57:12
- Disponibile dal: 07/09/2018
- Etichetta:
- Weathermaker Music
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Attivi sin dal 1991, gli americani Clutch sono una delle poche band in circolazione che molto difficilmente quando sparano, mancano il loro bersaglio. Dal disco di esordio, “Transational Speedway League”, ad oggi l’avventura di Neil Fallon e compagni è andata sempre in crescendo senza mostrare punti deboli e l’evoluzione artistica ha portato il quartetto ai massimi livelli raggiunti con dischi come “Earth Rocker” e “Psychic Warfare”. Dopo una pausa discografica lunga tre anni i nostri si ripresentano con il nuovo “Book Of Bad Decisions” contenente ben quindici canzoni di altissima qualità. Il mix di rock, stoner, metal, southern e blues continua a funzionare alla grande e nello specifico di quest’ultimo lavoro troviamo un giusto mix tra richiami alle sonorità passate e i Clutch del 2018. “Gimme The Keys” dà inizio all’ascolto nel modo più tradizionale possibile, la band picchia senza freni e suona in modo dritto e nerboruto. “Spirit Of ‘76” e la titletrack rallentano la velocità di esecuzione per puntare tutto su strutture più quadrate ed heavy. Fino a qui nulla di nuovo, pezzi coriacei ed esaltanti, ma il bello deve ancora arrivare. Da “How To Shake Hands” infatti i Clutch iniziano a sparare le loro cartucce più devastanti, troviamo qualche richiamo a dischi come “From Beale Street To Oblivion” affrontati però con la maturità di oggi. Con “In Walks Of Barberella” si osa ancora di più, al suo interno troviamo inserti di fiati e le atmosfere funky rendono la canzone irresistibile, entra dritta nel sangue e scorre nelle vene fomentando in chi ascolta un irresistibile desiderio di ballare a suon di heavy rock. Senza nemmeno il tempo di riprendere fiato, i Clutch tributano tutto il loro amore per il classico rock’n’roll, ovviamente rivisto alla loro maniera, su “Vision Quest” e “Weird Times”, pezzi scoppiettanti dalla prima all’ultima nota che hanno il pregio di riuscire a coinvolgere completamente l’ascoltatore. Ed ancora, la bluesy hard rock “Emily Dickinson” mostra come raffinatezza e ‘tiro’ possano convivere pacificamente all’interno di una singola canzone. Neil Fallon al microfono è una garanzia, ma in generale tutta la band ha mostrato una costante e progressiva maturazione che oggi li ha portati ad essere una delle migliori e più amate formazioni dell’intera scena internazionale. Anche nel finale “Book Of Bad Decisions” non accenna a calare di intensità, le cavalcate di “Ghoul Warangler”, il sound acido di “Hot Bottom Feeder” e lo stoner hard rock di “Paper & Strife” portano al gran finale di “Lorelei”, uno degli episodi più particolari del disco, lento epico e in crescendo fino al maestoso ritornello dove la vecchia scuola anni Settanta viene rinvigorita e attualizzata dal grande lavoro dei Clutch. Quindici capitoli per quindici gioielli di inestimabile valore, ma soprattutto un nuovo importante tassello per una carriera in continuo crescendo. L’attesa per “Book Of Bad Decision” è stata ripagata in toto, un disco che molto facilmente verrà ricordato come uno dei migliori del 2018. La calata italica dei Clutch, dopo una prova in studio di tale spessore, si preannuncia più devastante che mai!