6.5
- Band: CMPT
- Durata: 00:19:40
- Disponibile dal: 28/05/2021
- Etichetta:
- Osmose Productions
- Distributore: Audioglobe
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Una nuova ombra, gelida ed oscura, emerge da un luogo sconosciuto nell’area balcanica. Strisciando come una serpe, attraverso antichi cunicoli black metal, essa fuoriesce dal sottosuolo sotto forma di suoni taglienti ed urla maligne. L’entità ignota prende il nome di CMPT, vocabolo che rappresenta una trascrizione cirillica tradotta come “Morte” in tutte le lingue delle tribù balcaniche. Sono poche le informazioni che trapelano da questo spirito sonoro, tuttavia lasciano intuire il contenuto di “Mrtvaja”. L’esordio discografico di questa band misteriosa è un EP composto da due sole tracce: in poco meno di venti minuti si alternano, come luce e buio, violente ritmiche a quieti intermezzi dal richiamo folkloristico. L’ascolto può riassumersi nell’immagine di un cielo colmo di rabbiosi cumulonembi pronti a mordersi fra loro, una ferocia interrotta da bagliori che attutiscono la veemenza del temporale ma ne accrescono il tormento. Il black dei Nostri, di stampo finnico, è una lama ricavata dal metallo nero dei Sargeist, degli Horna, per fare alcuni nomi, che stride su terreni aridi e rocciosi provocando vere e proprie scintille di epicità. I CMPT compongono una sorta di dedica al culto della morte, una violenta testimonianza di ciò che accadeva nelle terre slave prima che arrivassero i bizantini, quando riti notturni ed evocazioni sinistre si riversavano, come pece, nella luce delle stelle. Le trame sonore di “Mrtvaja”, seppur iniettate di ferocia, seguono percorsi piuttosto orecchiabili che ne facilitano l’ascolto. L’intro acustico di “Mrtvaja Part I” è il presagio ad una ritmica sostenuta dal carattere condottiero, incitata da grida perfide ed accordi ispirati che vengono interrotti da un interludio quasi ritualistico. “Mrtvaja Part II” segue il percorso tracciato dal brano precedente senza intraprendere deviazioni sorprendenti, se non quella di soffermarsi al cospetto di un cerimoniale affascinante decodificato in cupe atmosfere nelle quali si amalgamano pioggia ed inquietudine.
In conclusione, la prima prova dei CMPT è superata: una buona base su cui poter costruire il prossimo full-length che richiederà una maggior ricerca in termini di originalità per poter innalzarsi e distinguersi nell’oscura metropoli del metal più estremo.
Nonostante il frutto dei Nostri possa apparire ancora acerbo, è già in possesso di quel fascino innato che invoglia a coglierlo, malgrado l’odore di morte che aleggia intorno ad esso.