7.0
- Band: CMPT
- Durata: 00:48:16
- Disponibile dal: 27/12/2024
- Etichetta:
- Osmose Productions
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Avevamo lasciato la band serba dopo l’interessante esordio di tre anni fa, già sotto l’egida di Osmose, etichetta che conferma la fiducia al trio della Vojvodina e alla loro Balkan black metal trilogy, che ha in “Na Utrini”, appunto, il suo secondo capitolo.
Si tratta in realtà, a livello tematico, di un prequel di “Krv I Pepeo”, che prende forma nell’area di confine verso la Pannonia e i Carpazi; un’area che unisce terre tetre, a tratti desolate, e leggende sanguinose, ben trasmesse dal sound degli CMPT. Il richiamo più forte è probabilmente a certe cose dei Drudkh, anche se in questo caso la componente folk è decisamente meno marcata. Funzionano però molto bene i passaggi di tastiere che, presenti nei brani più cadenzati, donano un senso epico di grande effetto. Per il resto, spazio a black metal ad alto tasso di adrenalina, ma sempre estremamente ragionato, in cui il tremolo riffing e i blast-beat non si limitano all’assalto all’arma bianca – pure centrale in brani come “U Raljama Kosave” – ma contribuiscono parimenti a dipingere un’atmosfera opprimente e gelida, trasportandoci tra le vecchie rovine di una delle aree più affascinanti e insieme oscure del Vecchio Continente. Non mancano, a ricordarci le radici della band, brevi passaggi con strumenti tradizionali, cori spiazzanti, dall’afflato quasi mistico (“Oppidum Panuka”, oppure “Crna Voda”, forse il brano insieme più diretto e melodico del lotto) e il breve ma intenso intermezzo di “Campus De Maxond”, costruito su suoni della natura e un inquietante flauto come unico strumento; tema che ritorna anche più avanti come intro della ben più trascinante “Kao Srp U Noci”
L’Est Europa si conferma insomma, anche nelle sue propaggini meno aduse al metal estremo, una terra fertile e spesso garanzia di qualità.