6.5
- Band: CODE ORANGE
- Durata: 00:30:00
- Disponibile dal: 13/01/2017
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Warner Bros
Spotify:
Apple Music:
La politica dei Code Orange sembra quella di aggiungere nuovi ingredienti ad ogni appuntamento discografico, senza badare troppo a concetti come coerenza ed equilibrio. Un songwriting anarchico, spesso lontano dalla forma canzone, guidato più dalle influenze e dai gusti del momento che da una vera e propria visione di insieme. Ai giovanissimi ragazzi statunitensi è andata bene quando l’ispirazione aveva le spalle larghe, ma, al terzo album, inizia a farsi avanti l’impressione che il quartetto abbia bisogno almeno di una parziale regolata per rendere la propria proposta pienamente efficace e per farsi prendere del tutto sul serio. Presi dalla indubbia verve di Jami Morgan e compagni e ben consapevoli della loro tenera età, avevamo a volte soprasseduto sul caos alla base della vena compositiva di “Love Is Love / Return to Dust” e “I Am King”, lasciandoci coinvolgere dalla genuina potenza che certi pezzi erano in grado di sprigionare. “Forever”, tuttavia, anzichè frenare sul fronte esperimenti e levigare finalmente la materia di base, spinge ulteriormente verso un miscuglio di suoni e registri che a tratti non può che apparire come il parto di una band ancora acerba e in difficoltà nello scegliere la direzione da imboccare. Troviamo così brani metal-core ignoranti e pesantissimi – che richiamano o citano formazioni oscure come Disembodied, Martyr A.D. e Remembering Never – pillole grunge affidate alla chitarrista/cantante Reba Meyers, estemporanei omaggi a Trent Reznor e conseguenti digressioni in un industrial metal non lontano dai primi Fear Factory. Il tutto, oggi forse più che mai (vedi la suddetta novità “The Downward Spiral” in alcune trame), architettato senza una apparente logica. Il circolo è davvero vizioso e nonostante le doverose dichiarazioni di facciata, quasi ogni brano di “Forever”, pur essendo magari coinvolgente e prodotto in maniera accorta, ha il suo rimando in precedenti pezzi della discografia della band o in quella del nume tutelare di turno. Poco male per i grandi fan del gruppo, ma chi li scopre da poco probabilmente si ritroverà a mollare presto il disco per buttarsi su qualcosa di più coerente, personale e compiuto.