COFFINS – March Of Despair

Pubblicato il 28/06/2012 da
voto
7.0
  • Band: COFFINS
  • Durata: 00:27:13
  • Disponibile dal: 14/05/2012
  • Etichetta:
  • Hammerheart Records

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È sempre un piacere imbattersi in una nuova release dei Coffins. Tra split, EP, singoli e compilation, la band giapponese dà alle stampe nuovo materiale a getto continuo e su etichette sempre differenti, tanto che sta diventando un’impresa difficile tener conto di tutto quello che viene immesso sul mercato dai ragazzi di Tokyo. La qualità, tuttavia, riesce incredibilmente a mantenersi sempre su livelli medio-alti, quasi come se i Coffins fossero riusciti ad assorbire tutta l’ispirazione di band oggi defunte – o non attive sul fronte compositivo – come Hellhammer, Celtic Frost, Winter e Autopsy (sino a poco tempo fa) e a riversare quest’ultima nelle loro composizioni: sempre old school, sempre marcissime e basilari, ma anche sempre dannatamente avvincenti. Su “March Of Despair” troviamo il batterista Ryo a occuparsi delle linee vocali, al posto del chitarrista Uchino, e il suo growling lievemente più “aperto”, assieme a qualche ritmica maggiormente sostenuta rispetto al solito, sono le uniche differenze che intercorrono tra l’EP in oggetto e tutte le altre colate death-doom che lo hanno preceduto. È affascinante notare come un gruppo che fa leva su influenze musicali e su una formula compositiva tanto semplici, che hanno subito modifiche a dir poco minime dagli esordi a oggi, riesca sempre a concepire qualcosa che vada almeno un po’ oltre la “solita minestra riscaldata”. Vi è un che di morboso e di contagioso nella musica dei Coffins, un qualcosa che non si ritrova spesso nemmeno nel cosiddetto circuito old school underground: senz’altro in molti possono vantare delle chitarre ignoranti o delle ritmiche semplici, al limite del rudimentale, ma quelle dei giapponesi sono sempre e comunque su un altro livello di rozzezza. È come se i Coffins, al posto degli strumenti, avessero delle clave. La clamorosa cover di “Corpsegrinder” dei Death qui inclusa ne è un chiaro esempio: nessun’altra band avrebbe potuto raggiungere un tale grado di degenerazione.

TRACKLIST

  1. Till Dawn of The Dooms Day
  2. Grotesque Messiah
  3. Carpet of Bones
  4. In Bloody Sewage
  5. Corpsegrinder (Death Cover)
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