COGAS – Among the Dead: How to Become a Ghost

Pubblicato il 13/04/2025 da
voto
7.0
  • Band: COGAS
  • Durata: 00:43:00
  • Disponibile dal: 24/04/2025

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Muovendosi in punta di piedi e rimanendo saldamente legati ad un’etica DIY, i Cogas proseguono il loro cammino all’interno della scena black/death contemporanea, dando alle stampe un secondo full-length a circa quattro anni di distanza dal buon esordio “Unconscious Sons of the Reptile God”.
Un pugno di brani che, se da un punto di vista stilistico non introducono novità significative rispetto al passato, suonano come il frutto di una formazione a cui, oggi, interessa conferire alla propria musica un taglio più emozionale e narrativo, intrecciando l’ordito di una narrazione mesta e drammatica che ben si sposa al contenuto dei testi, dedicati – per citare il press-kit – a “coloro che si sono persi in quell’inferno da cartolina chiamato Sardegna. I traumi generazionali, passati, presenti e futuri, vengono raccontati attraverso le ferite, sia fisiche che spirituali, di un giovane uomo qualunque”.
“Among the Dead: How to Become a Ghost” vede quindi la band italo-londinese riallacciarsi a quel mix di death e black metal, pesantezza e malinconia, già assaporato nel 2021, ma con un occhio di riguardo per la costruzione di brani che, lungi dal presentare velleità progressive, si sviluppano ‘per gradi’, partendo sovente da un arpeggio, un sussurro, per poi crescere di intensità fra riff e cambi di tempo anche piuttosto numerosi, oltre che vari.
Non a caso, la durata media dei singoli episodi si attesta intorno ai cinque minuti, dando modo a ciascun registro – da quello prettamente brutale a quello più atmosferico – di respirare e lasciare il segno, in un flusso posto idealmente al crocevia tra la ferocia di gente come Dark Funeral, Hour of Penance e Necrophobic e il piglio melodico della scuola polacca di Mgła e Blaze of Perdition. Termini di paragone ingombranti, che se talvolta fanno sentire la loro influenza in modo netto (la conclusiva “La fiamma che respiro” suona davvero molto simile ad una “Exercises in Futility VI”), i Nostri riescono ugualmente a gestire senza perdere granché in piglio e autorevolezza, affiancando poi a delle performance individuali solidissime una cura per i dettagli che passa soprattutto da una produzione squisitamente calda e organica.
In definitiva, non siamo di fronte ad un’opera in grado di spostare gli equilibri (underground) del filone, ma di un lavoro che, comunque sia, non manca mai di esprimere l’ardore e la perizia di un gruppo evidentemente interessato a fare le cose per bene, suonando ciò che più gli piace con trasporto e cognizione di causa. Buona anche la seconda.

TRACKLIST

  1. Dead Reflected
  2. Among the Dead
  3. Absorption of the Flesh through Self Abuse
  4. Autopsy of an Hollow
  5. On the Bank of the River Styx
  6. Charon
  7. The Noble Rot
  8. La fiamma che respiro
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