
5.0
- Band: COHEED AND CAMBRIA
- Durata: 00:53:03
- Disponibile dal: 24/06/2022
- Etichetta:
- Roadrunner Records
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Dopo ben quattro anni di attesa, il più lungo gap tra due dischi nel corso della loro carriera, i Coheed And Cambria chiudono infine il cerchio iniziato con il precedente “Vaxis – Act I”, con il secondo capitolo all’interno della lunghissima saga nota come “The Amory Wars“.
Ma al di là dell’elaborata costruzione lirica e narrativa, disponibile come sempre anche in forma di fumetto, siamo qui per giudicare principalmente il contenuto musicale, e purtroppo la sensazione è che la band abbia perso un po’ la bussola alla ricerca di un approccio decisamente troppo pop e immediato – anche quanto a durata: i brani sono infatti molto più brevi, com’era stato in quasi tutto “The Color Before the Sun”, non a caso il loro disco meno convincente (almeno fino ad oggi). C’è sempre grande capacità di scrivere brani trascinanti e ritmati (“Comatose”), ma in cui le componenti alternative metal ed emo prendono il sopravvento; c’è persino – e non poca – elettronica danzereccia un tanto al chilo, come se gli Electric Callboy avessero messo lo zampino in certi brani, su tutti “A Disappearing Act”, o la zuccherosissima “The Liars Club”, ove arrivano persino echi di Michael Jackson in salsa elettrica. I paragoni fatti, beninteso, sono di nomi apprezzabilissimi, ma di cui non funziona l’influenza tra le mura di casa C&C. Diverse le canzoni usa e getta, figlie del più dimenticabile pop-rock, rese ancora più facilone dall’uso dell’autotune (“Love Murder One”) o in cui tornano in vita i momenti più trascurabili dell’alternative anni Novanta (“Bad Man”); e la cosa peggiore è che dove ci si chiede se abbiano chiamato in console i produttori dei Coldplay, si riconoscono ancora in nuce gli elementi tipici del loro suono, ma completamente trasfigurati in ottica commerciale. Certo, restano brani dall’aura progressiva (“Beautiful Losers”), e i pezzi più lenti mostrano ancora appieno le caratteristiche della band, anche se la sensazione che pure in questi ci sia più di un ammiccamento alla classifica è forte. Per onestà – e per fortuna, aggiungiamo -, a partire da “Ladders And Supremacy” c’è una certa ripresa; il brano citato, pur inglobando elementi molto ‘leggeri’ (per esempio l’intermezzo in levare à la Electric Light Orchestra), mostra i Coheed And Cambria in tutto il loro splendore, dal riffing potente alla quasi unica capacità di suonare catchy e cupi al tempo stesso… E non a caso si superano finalmente i cinque minuti di durata. A seguire “Rise, Naianasha” ha un bel crescendo prog, pur mantenendo non pochi elementi di facile impatto, tra synth e una linea vocale molto ruffiana; la conclusiva (e consistente) “Window Of The Waking Mind” è pomposa e variegata, con ancora qualche cessione al diabete, ma con due sezioni decisamente complesse e stimolanti, dopo oltre tre quarti d’ora di oggettiva perplessità.
Se valutato nel generico ambito alternative metal, specie alla luce delle band di punta di tale genere in questi anni, “Vaxis II” può essere sicuramente un disco valido; ma se, come chi scrive, di Sanchez & co. amavate la capacità di essere a modo loro ‘pop ma per pochi’, grazie ad arrangiamenti duri, cerebrali e riconoscibili, possiamo solo sperare che questo sia un passo falso; la band che sentiamo su questo disco sembra guardare solo alla conquista di un pubblico più vasto, svilendo non poco i propri tratti caratteristici. E per un gruppo che ha comunque venduto oltre un milione di dischi in carriera, senza rinunciare in passato a classe e complessità, ci sembra un vero peccato.