7.5
- Band: COHEED AND CAMBRIA
- Durata: 00:57:32
- Disponibile dal: 14/03/2025
- Etichetta:
- Virgin
Spotify:
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Eravamo stati piuttosto critici nei confronti del precedente disco della band newyorkese dato che, nonostante l’ampio successo di critica, “Vaxis – Act II: A Window of the Waking Mind” ci era parso un po’ troppo plasticoso. Siamo quindi ben contenti di poter esprimere apprezzamento per questo ritorno, il quale riesce a non azzerare la verve più commerciale – una vena del resto da sempre presente tra i solchi dei loro dischi – ma riporta al tempo stesso in piena luce lo spirito più sperimentale di Claudio Sanchez &co.
“The Father of Make Believe” rappresenta il terzo tassello della (prevista) pentalogia di Vaxis, come noto parte del mondo delle “Amory Wars”, una narrazione che attraversa tanto i dischi della band, quanto i fumetti scritti da Sanchez e pubblicati (negli USA) dalla Evil Ink.
Rispetto al suo predecessore è un disco molto più coeso, capace di riportare in piena luce la tendenza a costruire, se non dei veri e propri concept in senso stretto, degli universi musicali e narrativi potenti, oltre ad avere uno spiccato elemento di forza nel continuo intrecciarsi di riff potenti, stacchi estremamente catchy e linee vocali variegate; tutto ciò che di esaltante, insomma, i Coheed And Cambria hanno sempre saputo mettere in gioco, e tutto sommato con il pregio, come detto, di non buttare quanto di positivo avevano messo in luce con i brani più brevi e pop del recente passato.
Ne sono un evidente riprova i singoli che hanno fatto da apripista al disco, in particolare “Searching for Tomorrow” e “Someone Who Can”: quest’ultimo, un brano che attraversa e scavalca il concetto di AOR virando in territori emo-pop con pura grazia. Non si può poi non citare, nel solco della loro migliore tradizione, la sequenza dei brani conclusivi: una suite in quattro parti (“The Continuum”) in cui i Nostri fanno sfoggio di partiture progressive, aggressività, melodia e quella componente cervellotica ma mai onanista che abbiamo sempre apprezzato, in un continuo gioco di rimandi.
Non si toccano le altissime vette di alcuni loro dischi davvero imprescindibili (per chi vi scrive, sicuramente, le due parti di “Good Apollo…”), ma a dieci album e quasi venti anni di distanza dall’esplosivo esordio di “The Second Stage Turbin Blade”, i Coheed And Cambria si confermano comunque una realtà solida.
Una band ancora in grado di regalare brani che fondono tinte prog, emo, metal in una tavolozza non sempre di immediata ricezione, ma decisamente personale e ricca di sfumature.