COILGUNS – Odd Love

Pubblicato il 21/11/2024 da
voto
7.5
  • Band: COILGUNS
  • Durata: 00:48:07
  • Disponibile dal: 22/11/20224
  • Etichetta:
  • Hummus Records
Streaming non ancora disponibile

Che gli svizzeri Coilguns ripongano grande fiducia in questo disco lo si comprende dal largo anticipo con cui sono stati rilasciati i primi singoli; quello che tuttavia si comprende solo all’ascolto dell’intero lavoro è lo scarto stilistico che il gruppo – in combutta con Scott Evans (in passato collaboratore per Sumac e Autopsy) e soprattutto con il duo Tom Dagelty (dietro al mixer per Pixies e Ghost)/Robyn Schmidt (Liam Gallagher) – ha voluto imporre alla propria musica.
“Odd Love” porta ancora le stimmate del post-hardcore figlio isterico dei Converge che li aveva fatti conoscere con “Millenials” (2016), però si inventa soluzioni inedite atte non a diluire l’irruenza tipica del loro stile, ma a presentarla sotto luci diverse, se non ammiccanti, sicuramente meno monolitiche che in passato. Il ponte ideale tra le origini della band e il suo nuovo corso è rappresentato dall’esibizione melodrammatica che il cantante Louis Jucker offre nella tambureggiante “Venetian Blinds” (non a caso primo singolo, già anticipato nel “Live At The Soulcrasher” del 2023), ma il disco si svela in modo sorprendente pezzo dopo pezzo, in una “We Missed The Parade” punteggiata da arpeggi bronzei, una corsa a perdifiato che non rinuncia ad essere accattivante (sensazione simile a quella suscitata dai migliori estratti dei Refused), nell’insistente fischiettio che infesta “Placeholders” fino a farsi appiccicoso refrain, oppure nel bel ritornello di “Generic Skincare”, che si lascia lentamente contagiare dalla sguaiatezza delle strofe.
Se il paragone principale dei Coilguns sono stati, in passato, Jacob Bannon e soci, ora la band guarda (per affinità stilistica) ai percorsi di Fucked Up, The Blood Brothers e (almeno per attitudine) Hűsker Du, in un melting pot sempre affascinante e spesso riuscito, dove è difficile sfuggire ai gorghi post-metal di “Featherweight” oppure a una “Bandwagoning”, che corre quasi senza controllo, con la sezione ritmica attenta a non farla deragliare.
Non tutto funziona, intendiamoci, nel nuovo “Odd Love”, ma in questo sta il bello degli album di transizione, che hanno il dovere di inciampare per testare i propri limiti; così la ballata “The Wind To Wash The Pain” si muove a disagio nel suo arrangiamento spoglio, portata a passeggio da una voce che ancora non ha preso le misure con questo tipo di pathos, mentre di “Black Chymes” semplicemente si smarrisce il ricordo, al confronto con pezzi di caratura maggiore presenti in scaletta.
Nonostante queste incertezze, i Coilguns mostrano comunque di voler imparare a muoversi in uno spazio più ampio di quello fino ad ora esplorato. Se riusciranno ad affinare le loro aspirazioni con l’esperienza, allora quel territorio potrebbe non avere  più confini.

TRACKLIST

  1. We Missed the Parade
  2. Placeholders
  3. Generic Skincare
  4. Black Chyme
  5. Bandwagoning
  6. Caravel
  7. Venetian Blinds
  8. Featherweight
  9. The Wind to Wash the Pain
  10. Bunker Vaults (Intro)
  11. Bunker Vaults
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