7.0
- Band: COLOSSO
- Durata: 00:35:40
- Disponibile dal: 09/09/2016
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Colosso. Un monicker evocativo per una band che fa della sperimentazione il proprio punto di forza. Nulla di veramente rivoluzionario, intendiamoci, ma curato quel tanto che basta da non suonare come una forzatura, frutto dell’ascolto attento e meticoloso di certo extreme metal obliquo e progressivo. Un suono a dir poco ottenebrante, che parte dagli anni ’90 – con i vessilli di “Obscura” e “Chaosphere” a sventolare in bella mostra – e arriva fino ai giorni nostri, chiamando a raccolta sotto lo stesso tetto gente come Ulcerate, Ion Dissonance e Decapitated (periodo “Organic Hallucinosis”), per un risultato finale che siamo certi strapperà più di un applauso ai fan della suddetta corrente. Per quanto concerne il songwriting e l’apparato strumentale, “Obnoxious” presenta ben pochi difetti: il quintetto portoghese, infatti, inanella una serie di brani fluidi e dinamici, in cui asperità, ritmi spastici e digressioni in ambienti estranei (basti pensare agli inserti electro-gobliniani di “Seven Space Collisions”) danno vita a piccoli tornado in cui aggressione paranoide e tecnica mai fine a se stessa non solo riescono a convivere, ma si completano addirittura a vicenda, denotando un livello di ispirazione tutt’altro che banale. Il problema è il vocalist André Macedo, il cui screaming atonale à la Jens Kidman poco si addice alle trame imbastite dai compagni, oltre a non brillare particolarmente per incisività e potenza. Un limite davanti al quale si può anche chiudere un occhio, visto soprattutto il contenuto delle varie “Of Hollow Judgements” e “Soaring Waters”, ma che al tempo stesso smorza gli entusiasmi e livella verso il basso il nostro giudizio. Peccato, con un frontman più adeguato al microfono avremmo potuto stringere tra le mani un gioiellino.