6.5
- Band: COMMUNIC
- Durata: 01:00:29
- Disponibile dal: 20/11/2020
- Etichetta:
- AFM Records
- Distributore: Audioglobe
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Avevamo lasciato i Communic nel 2017 a seguito di un album, “Where Echoes Gather”, che mostrava delle buonissime potenzialità, magari ancora non perfettamente a fuoco, ma meritevoli di attenzione. Ci siamo avvicinati, dunque, al nuovo “Hiding From The World” con delle buone aspettative, sperando di trovare finalmente compiute quelle premesse che ci avevano convinto nel precedente capitolo. Per chi non avesse familiarità con questo trio norvegese, i Communic sono una band che raccoglie l’eredità dei Nevermore, cimentandosi in una miscela esplosiva di thrash/power/progressive, con un approccio malinconico che si riflette anche nei testi. Il tasso tecnico della band è elevatissimo, con arrangiamenti intricati che si incastrano su architetture ritmiche complesse. L’approccio imitativo è purtroppo ancora presente, risultando particolarmente evidente nelle parti vocali di Oddleif Stensland, e tutto sommato la band sembra esserne consapevole (basti pensare alla copertina, realizzata proprio da Travis Smith, che sembra una reinterpretazione di quella di “Dead Heart In A Dead World”). Questo certamente non può considerarsi un pregio ma, visto il tragico epilogo della storia dei Nevermore, è anche giusto che qualcuno cerchi di raccoglierne rispettosamente il testimone. Sfortunatamente “Hiding From The World” non solo non riesce a far compiere ai Communic quel salto in avanti che attendevamo all’epoca di “Where Echoes Gather”, ma addirittura si configura come una parziale battuta d’arresto. Il trio, infatti, si incaponisce ancora una volta nel creare brani monolitici, arzigogolati ma eccessivamente ridondanti. Brani che potrebbero mantenere inalterata la loro espressività all’interno dei cinque/sei minuti di durata, vengono allungati fino ad otto/dieci, risultando indigesti ed andando a disperdere le buone idee contenute. La cosa ci risulta in questa occasione particolarmente frustrante perchè siamo assolutamente consapevoli degli ottimi spunti presenti nell’album: brani come “Born Without A Heart” e, soprattutto, “Forgotten”, mostrano in maniera evidente una capacità fuori dal comune, che però, per qualche motivo, non riesce ad essere sfruttata al massimo. “Hiding From The World”, dunque, potrebbe essere una pietra preziosa grezza, una gemma che necessitava solo del miglior intagliatore per trasformarla in un bene di inestimabile valore. Avremmo voluto dare un otto pieno a questo lavoro e, invece, ci dobbiamo accontentare di una sufficienza abbondante. Che peccato!