7.5
- Band: COMMUNIC
- Durata: 01:02:42
- Disponibile dal: 30/05/2008
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Audioglobe
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Dopo un paio di buoni lavori usciti negli anni passati pensavamo di avere inquadrato abbastanza bene i Communic. I norvegesi, nonostante la bontà del loro songwriting, rischiavano di venire etichettati come una sorta di band tributo ai Nevermore, tanto la proposta contenuta in “Conspirancy In Mind” e “Waves Of Visual Decay” richiamava da vicino i lavori degli americani. Ed invece i nostri, con il qui presente terzo album, rimescolano le carte in tavola e, pur non rinnegando nulla del loro passato, aggiungono nuove ed importanti varianti al loro sound. I cambiamenti più importanti sono avvenuti a livello vocale; il leader della band Oddleif Stensland infatti ha fatto un grosso lavoro per migliorarsi e slegarsi dall’ingombrante modello di Warrel Dane e ci è riuscito alla perfezione. Il biondo singer infatti limita di molto i lirismi, puntando dritto al sodo e sciorina una performance davvero buona sotto tutti i punti di vista. E veniamo all’aspetto prettamente musicale di “Payment Of Existence”: l’album consta di otto tracce tutte piuttosto lunghe e composite ma, rispetto al passato, si evidenzia una maggiore linearità in certi passaggi strumentali, con delle ritmiche che spesso e volentieri sfociano nel thrash. Lungo tutto il lavoro si sentono ancora inevitabilmente echi di Nevermore e Queensryche, ma a questi i Communic aggiungono passaggi mutuati direttamente dalla scuola power thrash americana, Jag Panzer su tutti, ed aggiungono un tocco vagamente pomposo che rimanda ad una band come i DivineFire. Il tutto suonato e composto con classe cristallina e per un risultato finale che, a livello di sensazioni, rimanda all’eleganza dei Kamelot. Magari coloro i quali avevano apprezzato i precedenti lavori della band si troveranno spiazzati e delusi da questa svolta, però se avranno la costanza di ascoltare l’album a fondo, scopriranno certo che le partiture progressive non sono affatto scomparse (ascoltate ad esempio la performance stratosferica del bassista Erik Mortensen), solo che in questo caso la tecnica viene messa a completo servizio della melodia. Ogni singola traccia presa da sola vale l’acquisto dell’intero album, grazie ad una capacità innata che i nostri hanno di scrivere brani coinvolgenti e che non stancano nonostante la lunghezza. Insomma, è ora che i Communic raccolgano quello che hanno finora seminato, considerando che tutti i loro lavori sono assolutamente coinvolgenti, suonati divinamente e composti ancora meglio. Ottimi.