7.5
- Band: CONAN
- Durata: 00:35:09
- Disponibile dal: 14/09/2018
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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La capacità dei Conan di costruire brani articolati e diversi, pur senza mai uscire dalla piena riconoscibilità del loro sound, si conferma ancora una volta in questo nuovo lavoro; forse meno immediato e catchy del predecessore, ma comunque ricco e in grado di confermare l’assoluta centralità all’interno della scena doom/sludge del trio inglese, che vede con questo disco l’esordio in studio del nuovo batterista Johnny King. Ci sono le colate laviche a metà strada tra sordità e senso di soffocamento (su tutte “Admist The Infinite”, pesante come un pugno di Mike Tyson allo sterno), un breve ma devastante omaggio all’hardcore più putrido (“Paincantation”), e poi la solita magica mistura di riverberi e riff in forma di valanga, fin dalle note d’apertura. “Prosper On The Path” e “Eye To Eye To Eye”, cioè i due brani che costituiscono la doppietta iniziale, sono cupe e ipnotiche come i migliori momenti lisergici del loro passato, mentre è difficile non vedere un omaggio a dei loro conterranei mai abbastanza compianti in “Volt Thrower”: non a caso uno dei pezzi più massicci e ritmati del lotto, che sul finale spalanca sguiatamente le porte dell’Inferno. E a seguire viene messo opportunamente un brano come “Vexxagon”, che incede come un pachiderma tra le sabbie mobili, con rallentamenti a base di fuzz difficili da digerire con indifferenza e un inserto vocale a cura di Chris Fielding che non può che aumentare il disagio. A tal riguardo, le linee vocali di Jon Davis si fanno sempre più taglienti, e anche la scelta di porle relativamente in secondo piano con la post produzione acuisce un senso di annichilimento: a tratti sembra essere il nostro urlo di dolore, a riverberarsi nella voce del frontman. Nell’ultimo brano originale, “Eternal Silent Legend”, il trio opta per cadenze dopaminiche, offrendoci un finale quasi desert rock – non fosse per il puzzo di zolfo che merge prepotentemente – perfetto per rifiatare un po’. Completano poi il disco e l’offerta al Dio del Fango quattro brani live di tutto rispetto sia per qualità della registrazione che per la selezione, visto che è stata ripescata anche la devastante “Satsumo” dal primo EP della band; un regalo gradito per i fan storici della band, e una perfetta introduzione alla devastazione sonora che i Conan sanno offrire dal vivo, per coloro che non hanno mai assistito a un loro concerto.