CONCRETE ICON – Voracious Streams

Pubblicato il 21/01/2025 da
voto
7.0
  • Band: CONCRETE ICON
  • Durata: 00:33:41
  • Disponibile dal: 20/01/2025
  • Etichetta:
  • Memento Mori

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Un titolo come “Voracious Streams” non può che richiamare immagini potenti e viscerali, e i Concrete Icon si impegnano a tradurre queste suggestioni in musica. Sinora questa band finlandese ha fatto poco parlare di sè, ma questo primo album per un’etichetta di settore molto rispettata come la Memento Mori potrebbe cambiare un po’ le cose. Con un’impronta radicata nel death metal anni Novanta a tutto tondo, il terzo full-length del gruppo si propone come un esercizio di equilibrio tra aggressività e melodia, senza però aderire pienamente a una scuola stilistica precisa. Un’operazione che, se da un lato testimonia una certa ambizione, dall’altro potrebbe risultare disorientante per coloro che tendono a preferire temi e sviluppi più standard.
L’essenza del sound di Concrete Icon si colloca a metà strada tra l’approccio spigoloso e brutale tipico di certa scena americana e un senso per la melodia che in qualche circostanza richiama il vecchio circuito nordeuropeo. Nei momenti più distesi (in verità non tantissimi), emergono infatti atmosfere evocative che possono ricordare i primissimi Amorphis o i Cemetary, mentre appena le ritmiche si fanno più incalzanti si avvertono palesi richiami a band come Deicide e Morbid Angel. Tale dualismo è evidente in brani ricchi di elementi come “Aberrant Tyranny”, dove le parti in doppia cassa spingono verso un mood che sa molto della band di Glen Benton, e “Rats in the Matrix”, che nel finale sfuma in una coda di totale pesantezza e pessimismo chiaramente ispirata agli Immolation. Una sorta di approccio ‘free’ (ma senza esagerare) che potrebbe appunto confondere qualche ascoltatore, ma d’altro canto la libertà con cui i vari input vengono miscelati indica anche il desiderio della band di andare per la propria strada. Più che indecisa, la formazione originaria di Turku qui risulta infatti determinata e poco incline a lasciarsi etichettare, nonostante esponga fieramente le sue influenze. Rispetto, ad esempio, ai connazionali Ashen Tomb, band che ha esordito di recente, i Concrete Icon appaiono più ordinati e… concreti. La loro proposta si distingue per una maggiore coerenza compositiva e una padronanza che consente loro di evitare eccessi o derive troppo azzardate, concentrandosi invece su strutture solide e ben bilanciate. La tracklist si presenta infatti compatta e ben strutturata, con pezzi che tendono ad attestarsi sui quattro minuti di durata. Questa scelta rende l’album diretto e subito accessibile, senza indulgere in eccessive divagazioni. Certo, alcuni episodi appaiono meno ispirati o più prevedibili rispetto ad altri, ma nel complesso il livello qualitativo è buono, con la band in controllo della gamma espressiva e di questa fusione tra influenze americane ed europee.
L’immaginario evocato dai Concrete Icon – una cosiddetta “icona di cemento” che richiama paesaggi decadenti e grigi – sembra poi riflettersi nei riff quadrati e nelle cadenze monolitiche che attraversano una buona fetta del disco: questa sorta di tema urbano contribuisce a distinguere ulteriormente la band, sottraendola ai cliché più comuni del death metal per proiettarla in un quadro un filo meno scontato, dove si staglia un mood che trasuda inquietudine, voglia di pensare, voglia di lasciare un’impronta personale ed esternare con istinto le proprie percezioni ed il proprio stato d’animo senza troppi filtri. Non era semplice far quadrare i conti e non tutto è perfetto, ma la strada intrapresa sembra essere quella giusta.

TRACKLIST

  1. Slaves of Hostile Dominion
  2. Aberrant Tyranny
  3. Storm of Denouncement
  4. Rats in the Matrix
  5. Inferior Almighty
  6. From Wisdom to Carnage
  7. Chaos Cult
  8. Voracious Streams
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