6.5
- Band: CONDUCTING FROM THE GRAVE
- Durata: 00:52:00
- Disponibile dal: 17/02/2009
- Etichetta:
- Sumerian Records
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Qualcuno si ricorda dei With Passion, l’iper tecnica metal-core band californiana che era riuscita a strappare un contratto alla Earache Records e a rilasciare per quest’ultima un EP e un album? La band, mai troppo fortuna, si è sciolta nel 2007 ed è tornata in attività poco dopo sotto il nome di Conducting From The Grave, gruppo un tempo “fratello” dei With Passion, dato che ben tre membri di questi ultimi avevano in precedenza fatto parte degli stessi CFTG. Insomma, a ben vedere, si potrebbe anche parlare di ritorno dei CFTG, senza nemmeno scomodare i With Passion! In ogni caso, oggi la band si riaffaccia sulla scena con un nuovo full-length, rilasciato dall’intraprendente Sumerian Records (The Faceless, After The Burial), cercando di recuperare il tempo e il terreno persi nel periodo di relativa lontananza dai palcoscenici. Per chi ha familiarità con il sound dei With Passion, si potrebbe descrivere il sound del quintetto come una versione lievemente più concreta e immediata di ciò che era presente su “In the Midst of Bloodied Soil” e “What We See When We Shut Our Eyes”. Anche qui il gruppo sfoggia cervellotici intrecci di chitarra memori dei primi Dark Tranquillity e repentini cambi di tempo in ogni dove, ma, nel complesso, i nostri sembrano essere abbastanza attenti a non perdere il filo del discorso a livello di strutture, mantendo il numero dei riff e dei vari break per ogni traccia su livelli accettabili. Insomma, anche se potrebbe forse essere eccessivo affermare che ora i pezzi dei nostri sono di facile presa, al tempo stesso non si può fare a meno di notare come tutto sommato il disco appaia più fluido delle opere pubblicate a nome With Passion. E pazienza se tale relativa orecchiabilità a volte è dovuta all’utilizzo di qualche breakdown un pelino “di maniera”: meglio imbattersi ogni tanto in questi ultimi, piuttosto che sorbirsi assoli di tre minuti di durata. “When Legends…”, in questo senso, qua e là esagera ancora un po’, ma, a conti fatti, non manca quasi mai di offrire anche della gradevole sostanza, sottoforma di riff alla “The Gallery”, melodie elaborate e belle cavalcate in uptempo. Se siete per la tecnica applicata al melodic death metal svedese e non disdegnate qualche piccola spruzzatina “core”, ascoltate quindi tracce come la title track, “Marching Towards Extinction” e “Hit The Lights… Armageddon’s Here”: magari non finiranno nella vostra top 10 di fine anno, ma qualche bel momento riusciranno a regalarvelo.