7.0
- Band: CONFINE
- Durata: 00:20:15
- Disponibile dal: 24/10/2019
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Terzo album per i veneti Confine che tornano sul mercato con questo nuovo, autoprodotto, “RRR”. Ed è subito un richiamo alle origini dell’hardcore italiano, quello che ci diede lustro all’estero anni fa e che ora grazie a gruppi come questo vive una seconda giovinezza.
L’amarezza e la rabbia espressa nei testi declamati da Padre Massimo (anche autore della copertina) sono emblematici della proposta sonora dei Confine: un hardcore iconoclasta con venature thrash, grind e con giri che vanno a sconfinare in mondi che si pensano lontani da quest’area sonora, ma che risultano ben inseriti, così come le venature sludge e stoner.
L’esasperazione è presente fin dall’iniziale “Nettuno” e prosegue col giro funkeggiante di basso di “Giovanotto Documenti”, che si trasforma ben presto in un turbine grind, nascendo e morendo in meno di un minuto; affiora lo stoner nei rallentamenti di “Spioncino”, brano dalle strutture ritmiche che diventano meno immediate, mentre “Medicina” va a giocare sul versante thrashcore, inserendo cori più melodici che ne aumentano la varietà.
E risiede proprio nella varietà stilistica, seppur avendo sempre come comun denominatore l’hardcore, la forza di questo “RRR”: il giro lento di chitarra di “Michael Fa Una Cosa” si evolve in un riff hard dagli influssi funky, mentre “Yosemite/Sultano” è più ragionata e “Confine R.” sembra quasi un manifesto programmatico di ciò che è il gruppo. Insomma, si può proprio dire che “RRR” rappresenta una prova riuscitissima, figlia di un disagio che si tramanda di generazione in generazione e si materializza in tracce che rappresentano l’eterno dilemma dell’uomo che è costretto a vivere nella società ma ne farebbe volentieri a meno, per potersi elevare al di sopra di ogni bruttura e media che non gli appartiene.