6.5
- Band: CONGRESS
- Durata: 00:49:29
- Disponibile dal: 06/01/2004
- Etichetta:
- GOOD LIFE RECORDINGS
Spotify:
Apple Music:
Ecco al rientro sulle scene una delle band hardcore più importanti e rispettate d’Europa, i belgi Congress. Attivo ormai da un decennio, il gruppo ha da poco pubblicato il qui presente quarto full-length album, intitolato emblematicamente “Resurrection”, data la loro prolungata assenza dal mercato discografico. Non è puro hardcore ciò che fuoriesce dai solchi del dischetto, bensì un suono fortemente debitore di correnti ben più metallizzate, vedi le chiare influenze di band quali Pantera, Biohazard ed Earth Crisis (in comune con la defunta band di Karl Buechner, il quintetto delle Ardenne ha la determinata attitudine vegan/straight-edge), le quali imprimono al disco la giusta solidità e cattiveria: riff il più delle volte groovy e parecchio cadenzati si alternano a scariche chitarristiche più lancinanti ed estreme, per poi magari lasciare spazio a slow-tempo spaccacollo. La produzione sembra essere azzeccata, pur non sperimentando nessuna sonorità particolare, ed interessanti risultano essere gli arrangiamenti, poco banali e che riescono a differenziare le singole song in modo abbastanza marcato, vuoi per l’inserimento di voci pulite o cori massicci, vuoi per gli assoli penetranti o gli sprazzi acustici di chitarra. Purtroppo però – perché c’è sempre un “purtroppo però” – è da riscontrare, in “Resurrection”, una pecca non da poco e che fa storcere il naso più volte: il nuovo vocalist, Tim Jult, non sembra essere davvero all’altezza, o, perlomeno, non lo si considera adatto ad interpretare i brani qui udibili; già, un timbro debole, sguaiato e troppo sgraziato rovina pesantemente le song e, pur essendo di bocca buona per quanto riguarda i cantati, il sottoscritto non si può esimere dal criticare aspramente una prestazione così scadente. Peccato, in quanto i pezzi sono più che validi, a partire dalla vigorosa intro, “Worst Case Scenario”, passando dalle canoniche “A Sudden Change Of Heart” e “Dogma”, per arrivare alla splendida “Fever Rising: Sanity’s Requiem”, il cui testo è un riuscito omaggio agli scritti del grande H.P. Lovecraft. Non dispiacciono affatto neanche “Sin And Punishment”, di cui segnaliamo il tranquillo break centrale, e la mazzata “Seven Works Of Art”; chiude “Human Shield”, preceduta dall’excursus pianistico di “Not Meant To Be”, interpretato da Cisco dei Mindstab. Tirando in breve le somme, i Congress si confermano solida realtà del metal-core europeo, in grado di piacere sicuramente ai fan del genere, soprattutto a quelli che non badano troppo alle raffinatezze vocali. Comunque, niente di spettacolare, sia chiaro. Promossi con riserva.