7.0
- Band: CONJURER
- Durata: 00:23:02
- Disponibile dal: 07/01/2016
- Etichetta:
- Holy Roar Records
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Il nome Conjurer si sta facendo largo rapidamente nel circuito underground britannico soprattutto grazie all’intensa attività live che ha visto coinvolti questi quattro ragazzi delle midlands negli ultimi mesi. Ancora prima di vedere pubblicato questo suo primo EP ufficiale, il quartetto è infatti riuscito a supportare realtà come Anaal Nathrakh, Conan e Primitive Man, fra le tante, e a prendere parte al sempre più prestigioso Doom Over London festival, ispirando continuamente notevole professionalità. Tale impressione per fortuna non cambia all’ascolto di “I”, mini che adotta la politica del “non fare prigionieri”, offrendo una ventina di minuti di musica debordante. Il materiale della band affonda le proprie radici in una sorta di sludge/groove metal che può ricordare i momenti più estremi dei Gojira, soprattutto quando il riffing di chitarra si fa particolarmente grasso e insistente, ma la natura notturna ed evocativa di certe aperture strumentali può pure arrivare a scomodare paragoni con l’operato di formazioni maggiormente ambigue e sofisticate: dai Triptykon agli immancabili Neurosis, fino anche agli Opeth di “Ghost Reveries”. Pur contando su un impianto assolutamente heavy, alcune di queste tracce vibrano infatti di un atteggiamento intimo e riflessivo che sembra parlare di lontananza, solitudine e alienazione. Non tirandosi indietro nemmeno davanti a certe tentazioni propriamente doom, i Conjurer riescono insomma a coniugare pesantezza, ostilità ed una certa eleganza di fondo, denotando una ampiezza lirica che probabilmente in pochi si aspetteranno prima dell’ascolto. Del resto, il Regno Unito negli ultimi anni ha più volte partorito band djent o death-core di dubbio gusto e utilità e i giovani Conjurer potrebbero facilmente essere scambiati per una realtà della stessa risma. Invece, ci troviamo al cospetto di un gruppo ben più personale, sul quale vale la pena di scommettere per il futuro e che già ora si dimostra in grado di produrre un lavoro di grande metal possente, oscuro ed evocativo. Teniamoli d’occhio.