8.0
- Band: CONJURER
- Durata: 00:43:53
- Disponibile dal: 23/02/2018
- Etichetta:
- Holy Roar Records
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Fattisi un certo nome all’interno del panorama underground del Regno Unito con esibizioni costanti e diqualità, i Conjurer si apprestano ad espandere il proprio bacino d’utenza con “Mire”, un debut album che farà parlare di sé grazie al suo essere un prodotto violento e pesante quanto basta per attirare la nostra attenzione ed insieme un album a modo suo progressivo e atmosferico. Gli inglesi, attivi da soli quattro anni, hanno saputo concentrare in questo full-length, che segue il mini del 2016 “I”, una lezione onnicomprensiva di sludge marziale che si sposa con delle esasperazioni death e black (nelle sfuriate, il primo, nell’uso delle chitarre il secondo), e divagazioni post metal (e rock in alcuni punti). La bravura dei Conjurer è proprio quella di saper dosare ogni esperienza in un mix sapiente che non favorisce mai una corrente sopra l’altra, e non sentiamo, in “Mire”, mai una canzone che sia più death o più post-qualcosa di un’altra, bensì ogni brano racchiude in sé tutte le derivazioni che vanno a fondare un suono riconoscibile della band. Prendete i Mastodon dei primi tempi e mischiateli a dei Gojira in forma smagliante, appesantite il tutto e immaginateli con una componente appena più schizoide e anche pragmatica, e otterrete un accenno di come i Conjurer possono suonare. E forse ancora più dell’impatto – che è notevole – ci stupisce la capacità di costruzione di un proprio ‘clima’ all’interno di giri anche piuttosto complessi, e mentre ci godiamo le figure evocate dalle costruzioni di una sezione ritmica instancabile, ecco che le chitarre ora si affilano, ora si addolciscono, ma non smettono mai di creare riff e figure oniriche laceranti, disegnando soffici paesaggi di una brulla, nebbiosa landa desolata. I tre quarti d’ora che compongono “Mire” non sono semplicissimi, necessitano di qualche ascolto e possibilmente di un minimo di attenzione, ma lo sforzo viene ripagato quando iniziamo a familiarizzare con costruzioni sempre inaspettate e groovy e con disegni in continuo contralto dinamico e capaci di ipnotizzare una volta fatti propri. Se questo è il debut, aspettiamo davvero grandi cose dai Conjurer.