7.0
- Band: CONVERGE
- Durata: 00:42:34
- Disponibile dal: /11/2006
- Etichetta:
- Epitaph
- Distributore: Self
A proprio modo “No Heroes” è un titolo ironico. Non perché non abbia attinenza con la ricerca concettuale dei Converge, che, anzi, sembra avere origine proprio dalla presa di coscienza dell’assenza di leader, della necessità di una lotta individuale e disperata. L’ironia sta piuttosto nel fatto che i Converge, volenti o più probabilmente nolenti, sono degli eroi, uno di quei gruppi di cui non si può che parlar bene. Nella mitologia della musica alternativa e in particolare dell’hardcore, i Converge c’erano quando le cose che si dicono oggi dovevano essere ancora pensate. Prima e comunque più avanti degli altri. “No Heroes” recupera certi spunti del disco che li rese eroi, “Jane Doe”, discostandosi dalla ruvida essenzialità dell’interessantissimo “You Fail Me”, per rimettere in discussione la declinazione fratturata ed epilettica del post hardcore dei quattro di Boston, divenuta ormai una vera pietra di paragone per chiunque si sia cimentato in sperimentazioni analoghe. Si parte in picchiata, con un quintetto di brani che ripropongono la cabala ritmica di “Jane Doe” in una veste, se possibile, più abrasiva e cinetica. Jacob Bannon è sempre l’uomo da battere per quanto riguarda lo screaming e il resto della band si apre la strada a stilettate nel marasma. A metà dell’album, ecco “Grim Heart/Black Rose”, i nove minuti più accessibili della storia del gruppo; un brano insolitamente circolare e ipnotico, ideale chiusura per un EP che considerasse unicamente la prima metà di “No Heroes”. Perché, a ben vedere, nei restanti venti minuti di disco, i Converge non riescono mai a pareggiare i conti con quanto fatto fin lì; pochi sussulti e qualche manierismo (“Lonewolves”, ad esempio). Non che si sbadigli, ma dagli eroi non ci si può aspettare meno dell’eccellenza. Compratelo per la prima parte e ascoltate la seconda per scoprire come sono i Converge quando si tolgono il mantello e si rimettono gli occhiali.