6.5
- Band: CONVEYER
- Durata: 00:31:10
- Disponibile dal: 04/09/2015
- Etichetta:
- Victory Records
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Persi i sempre più lanciati Counterparts, passati alla Pure Noise per la pubblicazione dell’ultimo “Tragedy Will Find Us”, la Victory Records corre ai ripari siglando un contratto con i giovani Conveyer, quintetto del Minnesota che sotto diversi aspetti ricorda parecchio i colleghi canadesi. “When Given Time To Grow” è il secondo album per questi ragazzi, che nemmeno in una singola occasione riescono a nascondere il loro amore per tutto quel melodic hardcore/metal di derivazione Shai Hulud che tante altre giovani realtà – Counterparts in primis – hanno rielaborato, modernizzato e fatto loro negli ultimi tempi. Evitando di girarci troppo attorno, la nuova opera del gruppo statunitense potrebbe facilmente essere scambiata per un altro disco dei canadesi, tanto è lampante la somiglianza tra le due formule. I Conveyer interpretano il genere con un approccio più lineare e generalmente più hardcore, evitando tecnicismi o troppi cambi di tempo, ma l’afflato melodico, le metriche del cantato e le scelte di produzione rimandano quasi sempre a quanto ravvisabile sui lavori dei Counterparts, degli It Prevails, dei The Carrier e di tante altre formazioni uscite in tempi più o meno recenti per etichette come la Pure Noise, la Mediaskare, la Impericon o la stessa Victory. In ogni cosa, bisogna ammettere che la band possieda una certa verve e una buona ispirazione, elementi che la mettono nelle condizioni di realizzare un album di facile presa e tutto sommato gradevole. “Haven” offre poi un ritornello ammiccante che potrebbe gettare le basi per un successo più ampio, nel caso in futuro si decidesse di puntare con più insistenza su soluzioni simili. Nel complesso, troviamo sempre piacevole ascoltare dischi come “When Given Time To Grow”: questa nuova generazione di hardcore band ha preso le distanze da quei breakdown e da quei suoni di plastica che dominavano nel decennio scorso, sa scrivere pezzi di senso compiuto e preferisce la melodia a forzature in chiave heavy. Possiamo quindi allargare questo discorso anche ai Conveyer: i ragazzi non sono (ancora?) una realtà cardine della suddetta scena, ma sanno come intrattenere e pezzi come “Daughter” lasceranno quasi sicuramente il segno tra gli appassionati.