7.0
- Band: COPROFAGO
- Durata: 00:40:37
- Disponibile dal: /11/2005
- Etichetta:
- Sekhmet Records
- Distributore: Masterpiece
I più attenti tra i lettori non dovrebbero faticare a ricordarsi dei Coprofago, band autrice un paio d’anni fa di un album – “Genesis” – che fece furore tra tutti gli amanti del thrash più tecnico e moderno. Nel tempo intercorso, il gruppo cileno ha completato la sua lineup ma anche, parzialmente, lo stile musicale. Se infatti il precedente lavoro era una rilettura del sound dei Meshuggah, condita da alcune influenze Pestilence e Death, questo “Unorthodox Creative Criteria” – pur non archiviando l’importante lezione della band di Fredrik Thordendhal – eleva all’ennesima potenza la componente jazz e fusion, finendo per rivelarsi un album davvero complesso e intenso, che cita più volte i maestri Atheist e Cynic. Poco più di quaranta minuti di musica che vengono aperti da tre autentiche mazzate – “Crippled Tracker”, “The Inborn Mechanics” e “Neutralized” – ma che poi si rivelano per lo più incentrati su lunghe composizioni quasi interamente strumentali, nelle quali viene fatto un uso massiccio di tastiere su una base costituita da sognanti arpeggi e da linee di basso e batteria altamente elaborate. Rispetto a “Genesis”, il quartetto appare lievemente più personale nonchè migliorato ancora sotto il profilo tecnico (sembrerà assurdo, ma è proprio così!). C’è però da segnalare un leggero calo di ispirazione nella parte centrale della tracklist, nella quale i nostri propongono un paio di episodi tutto sommato non brutti ma poco coinvolgenti… forse un po’ troppo votati alla tecnica fine a sè stessa. Colgono nel segno invece le conclusive “Motion” e “Wavelength”, composizioni a tratti quasi ambient che mettono in mostra melodie assai indovinate e l’ottimo gusto del chitarrista Pablo Alvarez, che nei suoi ripetuti e curatissimi assoli guarda spesso più alla melodia che ai virtuosismi. Detto di una produzione più che buona e di una veste grafica interessante, non possiamo quindi far altro che consigliare questo “Unorthodox Creative Criteria” a tutti gli amanti della tecnica strumentale e dei gruppi citati in apertura. I Coprofago, dal punto di vista compositivo, non sono ancora ai livelli dei Meshuggah o dei Cynic, ma la loro proposta continua ad essere davvero degna di nota!