6.0
- Band: COR SCORPII
- Durata: 00:47:30
- Disponibile dal: 09/03/2008
- Etichetta:
- Descent Prod.
- Distributore: Masterpiece
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Non tutto è oro ciò che luccica. Non tutte le band provenienti dalla Norvegia, in ambito black metal, hanno un grande avvenire; nemmeno se all’interno della line up c’è gente che ha militato in una band rispettata come i Windir: questo è il caso dei debuttanti Cor Scorpii, autori di un album molto complesso e presentato in maniera davvero professionale. Dall’artwork alla produzione perfetta, i Cor Scorpii, supportati dalla Descent Prod., esordiscono con un album complesso e di difficile assorbimento. Ai ritmi black metal e ad un riffing ibrido tra il black melodico ed un generico metal estremo, si unisce una tendenza quasi progressive nel voler stupire l’ascoltatore intrecciando in maniera chirurgica tempi e strutture delle canzoni rendendole cervellotiche. Di tanto in tanto c’è qualche apertura all’epicità, sempre però empirica, ma nata dai sentimenti più liberi. Non attendete dunque una nuova versione dei Windir, lontani anni luce per idee e stile, l’unica cosa in comune tra le due band è forse il suono delle chitarre piuttosto stridulo, chitarre che prediligono spesso e volentieri tonalità piuttosto alte per il genere. Ad una prima analisi superficiale i Cor Scorpii fanno davvero una bella figura presentando un album complesso e ben prodotto sin dall’esordio, ma c’è un vuoto abissale che condanna la release all’anonimato: la sua mancanza d’espressività. Tutto sembra razionale e architettato a priori, il contrario di ciò che accadeva con i Windir, tanto per fare un paragone con la ex band. Forse brani come “Helvetesfossen” racchioudono ancora un po’ di passione al proprio interno, ma per il resto tutto sembra troppo freddo, troppo raziocinio per un gruppo che suona comunque black metal anche se ammorbidito da tanti svolazzi pindarici melodici delle chitarre. Ecco in cosa mancano i Cor Scorpii al loro debutto, ma senza dubbio ci sarà una buona fetta di pubblico al quale questo debut non dispiacerà affatto, magari la stessa fetta di pubblico a cui piace l’ingegnositàà degli ultimi Borknagar e di Crionian o Vintersorg.