5.5
- Band: COR SCORPII
- Durata: 00:53:50
- Disponibile dal: 15/06/18
- Etichetta:
- Dark Essence Records
- Distributore: Audioglobe
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Ben dieci anni separano questo “Ruin” dal debutto, ma stilisticamente sembrano essere cambiate poche cose. Nata dalle cenere dei compianti Windir nel 2004, la band arriverà al disco d’esordio con una formazione che vede il solo Righ (tastiere e voce) come ex compagno di avventure di Valfar, dato che Steingrim e Strom abbandonano quasi subito.
E’ quindi una band che niente ha a che spartire con il viking e le atmosfere pagane, nonostante il background e la scelta di scrivere i testi nella propria madrelingua. La band propone invece un black metal melodico con influenze diverse, tra cui il death melodico svedese e un sound anche più melodico e commerciale.
Diciamo subito una cosa: nessuno sentiva il bisogno di un ritorno dei norvegesi, e purtroppo a ragione, dato che il nuovo materiale non si discosta molto da quanto già detto dalla band in passato, e laddove invece lo fa finisce per annacquare quel briciolo di atmosfera che “Monument” – lavoro senza infamia e senza lode – era stato capace di creare.
La criticità principale riguarda la mancanza di un’identità chiara, perché il mix di influenze non è gestito in modo che queste riescano a fondersi armonicamente tra loro, con il risultato che linee vocali tipicamente black metal finiscono col cozzare contro a tastiere dal gusto difficile da definire, chitarre vicine all’heavy classico (abbastanza anonime ma tutto sommato piacevoli) e passaggi moderni. Il risultato è un metal estremo ma decisamente melodico (qua e là fa capolino anche una voce femminile) e sicuramente confuso, nel senso che la band sembra voler strizzare l’occhio ad un pubblico metal generalista finendo però per non essere né carne né pesce.
Purtroppo questo è allo stesso tempo frutto e causa di una generale mancanza di ispirazione, tanto che, pur non essendoci errori clamorosi (parliamo pur sempre di musicisti non di primo pelo) è impossibile salvare una release confusa e a tratti decisamente bruttina. Sarebbe stato consigliabile quantomeno un lavoro di editing più rigoroso, curando maggiormente il materiale che avesse passato la revisione. Passate oltre senza riserve.