7.0
- Band: CORELEONI
- Durata: 01:01:42
- Disponibile dal: 20/05/2022
- Etichetta:
- Atomic Fire
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Dopo il lungo stop di questi ultimi anni, i Coreleoni, band nata dalla mente di Leo Leoni dei Gotthard, scrivono il loto terzo disco in studio intitolato semplicemente “III”. Il cambiamento più importante di questa ultima fatica lo troviamo dietro al microfono, perché al posto del defezionario Ronnie Romero è arrivato Eugent Bushpepa, giovane cantante di origini albanesi conosciuto per aver prestato la sua voce a band come Sunrise e Darkology. Dall’ascolto dei nuovi brani emerge come lo stile di Bushpepa non si discosti più di tanto da quello di Romero, anche se in certi punti non ci è sembrato così graffiante e incisivo come la voce dei Rainbow. Sul versante musicale, i Coreleoni offrono esattamente ciò che il pubblico di aspetta da loro, ovvero un hard rock classico che non si discosta di una virgola rispetto alle precedenti pubblicazioni. “Let Life Begin Tonight” e “Guilty Under Pressure”, così come la stragrande maggioranza delle canzoni in scaletta, pagano dazio ai Gotthard in termini di influenze: d’altro canto la penna che compone è la stessa, ovvero riff quadrati e potenti, assoli di gran gusto melodico e ritornelli molto catchy e orecchiabili, con tanto di cori. Rispetto al recente passato, questa volta i Coreleoni, pur avendo scritto senza dubbio un disco piacevole, non sono riusciti nell’impresa di tirar fuori dal cilindro magico un vero capolavoro. I dieci inediti infatti si lasciano ascoltare senza nessun calo qualitativo, ma nemmeno senza mai fare veramente il botto. Decisamente ben riuscita la cover di “Jumpin’ Jack Flash” dei Rolling Stones, perché la versione più hard rock di Leo Leoni e compagnia aggiunge un po’ di pepe e forza rispetto alla versione originale. Abbastanza inutili invece le altre quattro cover (contenute nella versione CD-digipack e box di “III”) di brani firmati Gotthard: bastava già il primo disco dei Coreleoni per esporre certe origini, ora invece è davvero giunto il momento per la band di rivendicare la propria personalità e tagliare il cordone ombelicale. Senza infamia e senza lode, “III” non verrà di certo ricordato come la migliore creazione del chitarrista ticinese.