6.0
- Band: CORNERSTONE (AUT)
- Durata: 00:37:22
- Disponibile dal: 09/09/2016
- Etichetta:
- Atom Records
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Da non confondere con l’omonima band in cui militano Doogie White (Rainbow, Tank) e Steen Morgensen (ex Royal Hunt), i Cornerstone sono un collettivo austriaco che di recente ha raggiunto una discreta notorietà in patria, grazie ad un’accattivante reinterpretazione di “Smalltown Boy” dei Bronski Beat. Artefici di un rock melodico snello e di facile presa, i quattro protagonisti rilasciano il terzo capitolo in studio, dal quale emergono più ombre che luci. Il problema principale risiede nell’algida interpretazione vocale di Alina Peters, sovente incapace di conferire la necessaria intensità emotiva ai dieci episodi inclusi nell’opera. Anche a livello compositivo, gli autori si sono limitati a svolgere un compitino formalmente inappuntabile, purtroppo decisamente avaro di contenuti da tramandare ai posteri. In un paio di occasioni, i Nostri riescono pure a tirare fuori dal cilindro un paio di brani estremamente piacevoli come l’avvolgente “Last Night” e la pimpante “Heart On Fire”, entrambe meritevoli di proiettarci nelle atmosfere cromate degli anni Ottanta. Questa breve parentesi non è di certo sufficiente a far risplendere il resto della scaletta, suo malgrado arenata in un preoccupante anonimato interpretativo. Malcelati echi dei The Cranberries più radiofonici si palesano nella gradevole “Northern Lights”, mentre il decollo irruento di “Nothing To Lose” precipita dopo pochi istanti in un ritornello estremamente fiacco e scontato. La solare deriva rocksteady intrapresa con “Sooner Or Later”, si infrange contro un muro di ghiaccio eretto dalle squillanti corde vocali della protagonista. “Once” invece è una ridondante power ballad, ricoperta da un eccessivo strato di melassa, che la rende indigesta e stucchevole sin dal primo ascolto. Non basta la produzione cristallina curata dal gruppo stesso, che si è avvalso della preziosa collaborazione in fase di missaggio e mastering dell’esperto Harry Hess (Cancer Bats, Muse, Simple Plan e mille altri) a salvare “Reflections” da un pallido anonimato.