CORONER – Dissonance Theory

Pubblicato il 14/10/2025 da
voto
9.0
  • Band: CORONER
  • Durata: 00:47:21
  • Disponibile dal: 17/10/2025
  • Etichetta:
  • Century Media Records

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Per tutti gli estimatori della corrente più tecnica, sperimentale e pionieristica del thrash metal sviluppatasi a partire della fine degli anni Ottanta e inabissatasi, nei suoi esponenti più prestigiosi, verso la metà della decade successiva, il ritorno sul mercato degli svizzeri Coroner con un album nuovo di zecca rappresenta il coronamento di un sogno rimasto chiuso nell’archetipico cassetto per trenta lunghi anni.
Tanto è infatti il tempo intercorso fra la pubblicazione della raccolta omonima, contenente gli ultimi inediti pubblicati dal gruppo prima dello scioglimento, e il qui presente “Dissonance Theory”, nuovo parto del terzetto elvetico ora composto dagli storici Tommy Vetterli e Ron Royce (vero nome, Ron Broder) e dal nuovo batterista Diego Rapacchietti, entrato nella band nel 2014.

Nonostante l’entusiasmo generato nella schiera dei fan dalla reunion dei Nostri, avvenuta nel lontano 2010, le prime dichiarazioni della band sembravano, infatti, escludere la possibilità di poter avere nuova musica sotto lo storico moniker. Le cose, però, sono andate diversamente: l’ ingresso in formazione di Rapacchietti ha cambiato le carte in tavola, fornendo nuove energie e creando i presupposti necessari allo sviluppo del progetto; eccoci quindi qui, in questo 2025 , ben felici di poter stringere fra le mani un nuovo album targato Coroner.
Registrato negli studi personali di Tommy Vetterli (i celebri New Sound Studios), masterizzato da Jens Bogren presso i suoi Fascination Street Studios e incentrato, a livello concettuale, sulla teoria della dissociazione cognitiva (la quale può essere definita come una condizione di stress o disagio che si verifica quando un individuo segue contemporaneamente due o più cognizioni – credenze, opinioni, conoscenze – contraddittorie, o quando le proprie credenze non corrispondono ai propri comportamenti), “Dissonance Theory” sembra voler riprendere il discorso esattamente dal punto in cui lo stesso si era interrotto nel 1995 fin dalla sua veste grafica, essenziale e incisiva come da tradizione; ma a parlare sono, come sempre, soprattutto i brani (e che brani!).

Archiviata la breve strumentale “Oxymoron” l’ album esplode letteralmente col groove deflagrante di “Consequence”, il cui incedere, minaccioso e algido allo stesso tempo, richiama alla mente, oltre agli episodi più potenti di “Grin” e “Mental Vortex”, anche le fredde geometrie dei primi Gojira, mettendo subito in chiaro come i ‘nuovi’ Coroner non abbiano nessuna voglia di vivacchiare sulle passate glorie, ma intendano giocarsela ad armi pari con tutto ciò che il genere che loro stessi hanno contribuito a plasmare ha messo sul piatto in queste ultime tre, lunghe, decadi di iato. Il brano si sviluppa sulle coordinate di un thrash robusto, old-school nel riffing e moderno nella resa complessiva, splendidamente screziato dalle aperture dai cupi connotati psichedelici e industrial cui i Nostri ci hanno abituati nella fase conclusiva della prima parte della loro carriera.
Sono queste le coordinate stilistiche su cui l’ intero album andrà a poggiare: nessuna novità sconvolgente, nessun esperimento estemporaneo o naif ‘tanto per’; la differenza, come sempre, sta nella classe e nel talento unico che la band, ancora una volta, ha dimostrato di saper distillare in questi otto brani (più intro e outro), nuova dichiarazione di manifesta superiorità nei confronti di una scena in cui la personalità sembra essere merce sempre più rara e che qui, invece, trabocca letteralmente da ogni solco.

Come non restare ammaliati dalle inquietanti e mistiche architetture della tenebrosa “Sacrificial Lamb”, con i suoi avvolgenti sentori mediorientali, o dalle pennate incalzanti e nervose di “Crisium Bound”, resa ancora più destabilizzante dalle rarefatte e tese porzioni clean?
Il thrash incalzante e torrenziale, benché sempre graziato da un riffing curato e intelligente e da arrangiamenti di prim’ordine, marchia a fuoco i singoli “Symmetry” e “Renewal”, con spunti che vanno a ritroso fino ai primi tre lavori della band, ma sempre con un approccio molto attuale e fresco.
Un’altra caratteristica che emerge chiaramente dai solchi di questo “Dissonance Theory” è il grande piglio ‘live’ dei brani che lo compongono: a dispetto di strutture e spunti mediamente complessi e cesellati, infatti, tutti i pezzi presenti mantengono un’ essenzialità di fondo che li rende molto ‘veri’ e concreti, e perciò passibili di poter conservare intatta la loro efficacia una volta portati sulle assi di un palco. Ecco, quindi, che anche brani come la sinuosa “The Law” , brutalizzata da uno stacco centrale in odore di thrash teutonico ante litteram, la plumbea “Transparent Eye”, con le sue svisate in territori djient, o la magnetica “Trinity”, riccamente intarsiata di riff e arpeggi tanto insinuanti quanto entusiasmanti, riescono a centrare il bersaglio con chirurgica e disarmante precisione, suscitando un caleidoscopio di vividissime emozioni e rapendo i sensi dell’ ascoltare con impareggiabile maestria.
Sembra quasi superfluo soffermarsi sulle doti tecniche e interpretative del terzetto: la voce al vetriolo di Ron, e il modo assolutamente superbo con cui il suo basso e la batteria del buon Rapacchietti sorreggono l’ intero dipanarsi dell’ album sono da antologia, ma vale comunque la pena sottolineare una volta di più lo straordinario lavoro alla sei corde di Tommy Vetterli, la cui conclamata maestria nel cesellare riff memorabili, incisive armonie e assoli indimenticabili per stile e personalità marchiano una volta di più a fuoco la musica dei Coroner.

Sulle sorprendenti e settantiane note di hammond dell’outro “Prolonging” si conclude uno degli album più attesi ed entusiasmanti degli ultimi anni. Solo la prova del tempo saprà dirci se le parole ‘ennesimo capolavoro’ che attualmente questo “Dissonance Theory” sembra meritarsi saranno effettivamente le più adatte a definirne la portata al cospetto della storia della band e del genere tutto; quello che ci sentiamo di poter affermare, al momento, è che lavori di questo livello sono merce rarissima, di questi tempi, e che è valsa assolutamente la pena di aspettare trent’anni per poter avere fra le mani una simile opera d’ arte.
Un album che conferma una volta di più i Coroner nel gotha assoluto per quanto riguarda la band più geniali, uniche e talentuose della storia dell’ heavy metal. E scusate se è poco. Serissimo candidato al titolo di disco dell’anno.

TRACKLIST

  1. Oxymoron
  2. Consequence
  3. Sacrificial Lamb
  4. Crisium Bound
  5. Symmetry
  6. The Law
  7. Transparent Eye
  8. Trinity
  9. Renewal
  10. Prolonging
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