7.0
- Band: CORPSEFUCKING ART
- Durata: 00:28:16
- Disponibile dal: 24/06/2014
- Etichetta:
- Sevared Records
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L’utilizzo dell’ironia e del sarcasmo, accostato a forme artistiche più o meno estreme, ha sempre rappresentato, soprattutto in territorio italiano ma non solo, una potente valvola di sfogo attraverso la quale poter esprimere “in burletta” pensieri ed opinioni in merito alle più disparate tematiche ed argomentazioni, a volte andando così ad esaltare ulteriormente una parte musicale comunque interessante e curata, spesso invece nascondendo dietro alla simpatia un’innegabile carenza a livello contenutistico. Non è fortunatamente il caso dei Corpsefucking Art, veterani capitolini del death metal vecchia maniera , che con “Quel Cimitero Accanto Alla Villa”, ridendo e scherzando appunto, arrivano al considerevole traguardo del quarto studio album, tralasciando l’innumerevole quantità di uscite “minori” sfornate dal gruppo. Fin dal titolo, inversione del celebre B-movie “Quella Villa Accanto Al Cimitero” del maestro italiano dell’horror/splatter Lucio Fulci, è chiara la vena irriverente e l’attitudine “cazzona” affrontata dalla band, senza per questo sminuire il loro operato musicale, fatto di riff plettrati “aperti” in piena tradizione death metal, growl gutturali onnipresenti e tanto, tanto groove. A caratterizzare fin da subito brani come “Sympathy For The Zombie”, o la stessa titletrack ad esempio, è un ricorso molto più massiccio a tempi medio-lenti rispetto al passato, che privano almeno in parte i Corpsefucking Art dell’impeto “brutal” che possedevano lavori come il precedente “Zombiefuck” o “War Of The Toilet Gear”, senza per questo perdere niente in quanto ad ignoranza e volgarità. Dopo diversi ascolti anzi, è sicuramente ravvisabile una profondità più ricercata nello sviluppo dei brani, che porta conseguentemente ad una longevità maggiore dell’intero platter, legato a formule compositive certo ben note e già ampiamente rodate, ma assemblate con la maestria e l’esperienza propria solamente di realtà affermate o comunque “storiche” del settore. “Cat In The Brain”, “Centrifuged, Washed And Strangled”, o la fenomenale “Voracious Tomatoes”, tutti episodi dal ritmo più serrato, offrono una buona variazione rispetto alla portata principale, rappresentata da un death metal ora più arcigno, ora più catacombale, in ogni caso mai fuori dal seminato. Oltre che una conferma insomma, “Quel Cimitero Accanto Alla Villa” lascia intravedere qualche forma di sviluppo per la band romana, più posata che in passato, ma allo stesso tempo autrice di canzoni meglio resistenti all’inesorabile prova del tempo: un passo indietro e due avanti quindi per i Corpsefucking Art, nome di pregio di una scena italiana cui resta davvero poco da invidiare alle blasonate corazzate death metal d’oltre confine.