7.0
- Band: CORPSEFUCKING ART
- Durata: 00:33:57
- Disponibile dal: 23/11/2018
- Etichetta:
- Comatose Music
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Torniamo a parlare dei Corpsefucking Art in occasione della loro quinta uscita in full-length dal titolo “Splatterphobia”, rilasciata a ridosso del recente live album “Beverly Hills Corpse”, uscito appunto pochi giorni prima. Periodo quindi di grande attività per il gruppo capitolino, che a quattro anni dal precedente lavoro, continua a dispensare del sano death metal alla vecchia maniera senza guardare in faccia nessuno in una mezz’ora distillata di puro odio e sadico divertimento. Sapienti dosatori di parti equamente violente musicalmente e tragi-comiche dal punto di vista lirico, i Corpsefucking Art sviluppano la storia del surreale personaggio “Mr.Daisy” seguendo percorsi già tracciati, ma arricchiti il più delle volte da una buona dose di umorismo nero e citazionismo che non guasta affatto con l’attitudine psicotica che dimostra la musica. Partendo quasi dalla fine, ovvero dalla cover di “Staring Through The Eyes Of The Dead”, potremmo affermare con certezza che si tratti di una risoluzione manifesta di un percorso di grande devozione verso l’operato dei Cannibal Corpse mostrato in realtà lungo tutta la scaletta, partendo dalla stessa “Splatterphobia” e citando numerosi passaggi in mid-tempo qua e là, che omaggiano davvero da vicino il sound ed il riffing floridiano dei cinque americani, svoltando però verso rapide soluzioni in blast-beat dal sapore più “europeo”. Inserito nel personale sviluppo interno alla band, si potrebbe quindi considerare questo come un’ulteriore avvicinamento ad una concezione “classica” del death metal, certamente non privato del suo impeto più brutale di memoria gore dei primi tempi, ma sicuramente appesantito oggi da una storia discografica più importante sulle spalle, e quindi interessato forse ad una resa meno istintiva ma più completa sulla lunga distanza. In effetti, dopo numerosi ascolti del materiale in questione, emerge spontanea una sensazione di genuino apprezzamento dovuto soprattutto alla buona riuscita dei pezzi in termini di longevità. Poco interessati ad approfondire dinamiche ed atmosfere che si allontanino anche minimamente dal copione previsto, i Corpsefucking Art sanno bene quello che vogliono, sanno come ottenerlo e, album dopo album, stanno affinando con acume i mezzi migliori e più efficaci per la loro dissacrante tortura. Intrapresa quindi con grande trasporto e reverenza la via del death metal più tradizionale, non rimane ai romani che staccarsi dal cordone ombelicale dei mostri sacri ed intraprendere con decisione una visione più personale del genere: siamo sicuri che gli elementi per questo ulteriore passo avanti ci siano tutti.