7.5
- Band: CORPSESSED
- Durata: 00:45:52
- Disponibile dal: 23/11/2018
- Etichetta:
- Dark Descent
- Distributore: Audioglobe
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Tornano dopo quattro anni dal pesantissimo debut album “Abysmal Thresholds”, i Corpsessed, il gruppo con cui Matti Mäkelä, leader dell’istituzione funeral doom Tyranny, da sfogo alla sua passione per il death metal. Ancora una volta, i finlandesi si inoltrano nei meandri di un suono senza compromessi, modellato sui dettami storici del vecchio death metal made in Finland, ma carico di umori mefistofelici che flirtano sovente con altri generi estremi. “Abysmal…”, in effetti, sembrava essere stato registrato in un altoforno durante la lavorazione di metalli: la produzione aveva quasi un taglio black metal e l’ascolto suggeriva spesso suggestioni lontane dal classico old school death metal. Su “Impetus Of Death” il songwriting e la resa sonora prendono invece una piega meno ipnotica e ossessiva: i paesaggi sonori restano minacciosi ed evocativi, ma la band guadagna in impatto, recuperando in parte il ritmo e la nitidezza del primo EP “The Dagger & the Chalice”. I riff di chitarra, in sostanza, tornano ad imporsi e a guidare i brani, mentre la melodia non viene sistematicamente repressa o virata su coordinate abissali. Si punta tutto sommato sulla semplicità, lasciando che ogni elemento abbia il proprio spazio per respirare e mettersi in evidenza. Il tutto, comunque, rimane massiccio come da tradizione: d’altronde, poche death metal band sanno essere possenti come i Corpsessed quando questi decidono di puntare su arie gravi. L’imponenza di pezzi come l’opener “Impetus of the Dead” o “Forlorn Burial” è talmente densa e grandiosa da invadere completamente ogni luogo in cui essa venga riprodotta. Si ha quasi l’impressione di trovarsi davanti all’enorme corpo di un gigante che si accascia ad ogni passo. I Corpsessed evidentemente godono a suonare in questa maniera e il risultato è una tracklist che non indugia in virtuosismi a perdere, ponendo piuttosto il fuoco sull’efficacia rappresentativa d’insieme. Chi ha amato i capitoli precedenti è dunque vivamente pregato di mettersi all’ascolto, dato che “Impetus of Death” può essere visto come la summa di “The Dagger…” e del debut album.