7.5
- Band: CORPSESSED
- Durata: 00:36:24
- Disponibile dal: 22/04/2022
- Etichetta:
- Dark Descent
- Me Saco Un Ojo Records
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I Corpsessed sono ormai una garanzia del circuito death metal: un monicker che strappa qualche sorriso e che ogni tanto porta pure qualcuno a sottovalutarli o a non prenderli troppo sul serio, ma una proposta musicale che da sempre coniuga enfasi e brillantezza in lavori in cui nulla è lasciato al caso. Dopo aver pubblicato nel 2019 l’inaspettato “Beyond Abysmal Thresholds” – rivisitazione del debut album “Abysmal Thresholds”, la cui resa sonora magmatica non era mai stata completamente apprezzata dalla band – i finlandesi tornano con questo “Succumb to Rot”, terzo full-length di inediti che, ancora più del precedente “Impetus of Death”, vede il gruppo rivendicare le proprie solide radici nella scuola anni Novanta, per mezzo di canzoni dallo sviluppo più ordinato e dai riff maggiormente riconoscibili. Vengono dunque ulteriormente limate le vaghe influenze doom e black metal presenti in alcuni vecchi episodi, in favore di sonorità possenti e definite di pura natura death metal che portano a riesumare i vecchi paragoni con amiche realtà contemporanee come Funebrarum e Cruciamentum.
Rispetto a certe composizioni del passato, qui gli arrangiamenti risultano certamente un po’ più asciutti: si gioca molto di più con la potenza d’insieme, a tratti con elementi di pratico citazionismo, quasi a voler stemperare in una più pronunciata semplicità quel pathos drammatico che certe melodie e il solito terremotante growling di Niko Matilainen sanno evocare. Un approccio che si pone un po’ in controtendenza con quanto avviene nel mondo underground di oggi, dove tante band sembrano fare di tutto per uscirsene con un sound il più contorto e astruso possibile. Senz’altro una mossa apprezzabile e dall’autentica finalità di rispetto e amore per la tradizione, la quale non lascia mai un’idea di artificiosità, né tantomeno di superflua clonazione. Questa volta certi riferimenti – Deicide, Morbid Angel – sono un po’ più chiari e riconoscibili in alcuni tratti, ma la classica impronta austera e quell’autorevolezza che hanno sempre contraddistinto il gruppo nordico restano ben presenti. La parte strumentale, la maestria che conduce i temi portanti a quei noti passaggi dal grande spessore emotivo e drammatico, si ritrovano infatti in quasi tutte le tracce, sostenuti dalla consueta produzione corposa.
Un disco quindi che, al di là del valore (alto), potrà trovare più facilità di collocazione nell’attuale panorama death metal, grazie ad un efficace compromesso tra linearità e cura per i dettagli, potenzialmente in grado di soddisfare sia i cultori del genere sia quegli ascoltatori che non sono abituati ad allontanarsi troppo dai soliti classici. Con pezzi come “Relentless Entropy” o “Pneuma Akathartos”, il ritorno dei Corpsessed sa certamente come farsi notare e apprezzare.