CORPUS DIAVOLIS – Atra Lumen

Pubblicato il 15/05/2017 da
voto
7.0
  • Band: CORPUS DIAVOLIS
  • Durata: 00:44:02
  • Disponibile dal: 06/04/2017
  • Etichetta:
  • ATMF

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Giunti al terzo full length, i marsigliesi Corpus Diavolis approdano finalmente a un contratto discografico. Questo “Atra Lumen” esce per l’italiana Aeternitas Tenebrarum Musicae Fundamentum, label forse non prolificissima, ma che ha regalato negli anni diverse perle; magari non di fama smisurata, ma meritevoli di attenzione, proprio come in questo caso. Qui i Nostri portano a compimento il loro suono, perfetta espressione di un’etichetta spesso abusata, ossia quel blackened death che vuol dire tutto o niente, e spesso è solo cacofonia senza capo né coda; ma qui gli elementi importanti per definire questa fusione ci sono tutti, e ottimamente calibrati: il cantato roco e violento, il riffing ossessivo, una produzione volutamente sporca che ben sottolinea l’atmosfera da sabba oscuro e alieno insieme. I quattro membri della band, ça va sans dir, si presentano incappucciati e dietro pseudonimi, il che aumenta la sensazione di trovarsi all’interno di un rituale brutale, le cui cadenze sono molto ben espresse, per esempio, in “The Ardent Jewel Of His Presence” – grazie al tremolo riffing di vecchia scuola e le linee vocali lente e ipnotiche, il tutto in perfetto contraltare con la batteria. Batteria che per tutta la lunghezza dell’album la fa davvero da padrona; costruendo in certi brani ritmiche più doomeggianti e esoteriche, come in “Flesh To Flesh”, completata all’uopo da campane di sabbathiana memoria, o in buona parte di “Wine of The Beast”, impreziosita anche da un breve intermezzo di pianoforte effettato. Oppure votandosi alle accelerazioni più furenti ed estreme, presenti fin dall’opener e al loro apice in “Thy Glorification”, un pezzo che potrebbe esser stato scritto senza problemi nel 1994 all’ombra della cattedrale di Nidaros. Due approcci che talvolta convivono pure, e bene – ne è magistrale esempio “L’Oeil Unique” – e portano alla mente certe cose della scuola finlandese più fangosa e maligna (Anal Blasphemy e compagnia, per intenderci). Molto azzeccati anche i passaggi più epici, come nella splendida “Signs Of End Times”, brano furente e al tempo stesso evocativo, che conferma le buonissime doti compositive della band, in grado di offrire le giuste variazioni in un assalto frontale privo di cedimenti.

TRACKLIST

  1. Revelations Before Dawn
  2. The Ardent Jewel Of His Presence
  3. L'Oeil Unique
  4. Signs Of End Times
  5. Wine Of The Beast
  6. Flesh To Flesh
  7. Thy Glorification
  8. Sick Waters
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