5.5
- Band: CORRODED
- Durata: 00:49:56
- Disponibile dal: 14/04/2017
- Etichetta:
- Despotz Records
- Distributore: Andromeda
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A cinque anni di distanza dal precedente “State Of Disgrace” ecco tornare in pista gli svedesi Corroded con questo nuovo “Defcon Zero”. Persi per strada entrambi i chitarristi Tommy Rehn e Peter Sjodin, la band si presenta oggi con una nuova ascia solista che risponde al nome di Tomas Andersson, mentre della ritmica si occupa direttamente il cantante e principale songwriter Jens Westin. Ok, senza troppi giri di parole ecco la domanda alla quale serve una risposta sin dall’esordio discografico del gruppo risalente a otto anni fa: i Corroded hanno deciso cosa suonare? Vogliono essere i nuovi Machine Head oppure vogliono inseguire le luci riflesse degli Alter Bridge? O ancora, vogliono fare nu metal? Beh, neppure con questo nuovo album riusciamo a dare una risposta, visto che Westin e compagni nuovamente ci propongono un lavoro dalla doppia (o tripla) faccia, nel quale thrash moderno, post-grunge e modernismi vari si inseguono, si combattono, si emancipano e si mettono in luce autonomamente, e si intersecano senza mai riuscire a miscelarsi a dovere, dando continuamente, lungo i quasi cinquanta minuti di durata complessiva del disco, un’idea di confusione di base e di mancanza di equilibrio solida e concreta. I brani, presi in esame singolarmente, possono anche suonare piacevoli e non scritti male o di mestiere, vista comunque la produzione di serie A alle spalle e la grande perizia strumentale, e qualcuno, “Carry My Bones”, “Fall Of A Nation” o “A Note To Me” su tutti, sono davvero validi, ma è l’insieme che appare carente. Ascoltando senza riferimenti questo “Defcon Zero” si ha davvero l’idea di stare ascoltando una compilation di brani presi da più band di generi differenti con i cantanti che si somigliano nel tono vocale.