COSMIC PUTREFACTION – The Horizons Towards Which Splendour Withers

Pubblicato il 16/05/2020 da
voto
7.0
  • Band: COSMIC PUTREFACTION
  • Durata: 00:34:21
  • Disponibile dal: 22/05/2020
  • Etichetta:
  • I Voidhanger Records

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A Gabriele Gramaglia non è mai piaciuto starsene con le mani in mano. È dal 2015 infatti che il cantante/polistrumentista nostrano si presenta a cadenza annuale sul mercato con uno dei suoi progetti, ora cimentandosi in un black metal prettamente anni Duemila (The Clearing Path), ora pagando pegno alla versatilità e all’eclettismo del calderone ‘post’ (Summit), ora – ed è questo il caso dei Cosmic Putrefaction – sondando le cavità e gli avvallamenti del suono death metal, riuscendo sempre e comunque a fare bella figura e a scacciare quel senso di approssimazione casalinga tipico di molte one-man band.
Annunciato trionfalmente dal titolo “The Horizons Towards Which Splendour Withers”, questo secondo full-length vede il Nostro affinare la formula messa in mostra dodici mesi fa sull’esordio “At the Threshold of the Greatest Chasm” e lanciarsi in un vortice nel quale le masse nuvolose di certi vecchi pilastri della scena nordamericana e finlandese vengono squarciate dai raggi psichedelici di rampolli come Blood Incantation, Chthe’ilist e Tomb Mold, per un risultato complessivo parimenti brutale e contemplativo, diretto e stratificato. Impressioni evocate già a partire dall’artwork, e che trovano voce e corpo nei sei episodi della tracklist: tutti molto densi, tutti incentrati sull’alternanza di pieni/vuoti sensoriali e tutti scanditi da una tecnica mai preponderante sull’impatto dell’insieme, con riff e impalcature ritmiche che, nonostante le varie contorsioni, non perdono nulla della loro ferocia e della loro pesantezza.
Insomma, mentre il succitato “At the Threshold …” presentava brani arrembanti ma anche qualche ingenuità in fase di arrangiamento e struttura, “The Horizons…” dimostra come i Cosmic Putrefaction abbiano ragionato maggiormente per mettere a punto un songwriting più fluido ed efficace, al quale basta la doppietta iniziale “Between Awe and Fear upon the Burst of the Ominous Star”/“This Landscape Sublimates Oblivion to Obliteration” (non sappiamo quanto siano da prendere sul serio i titoli) per imporsi all’attenzione dell’ascoltatore, fra rimandi a dischi come “Domination”, “Nespithe” e “Starspawn” e atmosfere dal sapore allucinato e siderale. Forse manca ancora un po’ di messa a fuoco, uno sforzo ulteriore per caratterizzare la proposta, ma siamo decisamente sulla buona strada.

TRACKLIST

  1. Between Awe and Fear upon the Burst of the Ominous Star
  2. This Landscape Sublimates Oblivion to Obliteration
  3. The Glooming Murk of His Telluric Shrieks
  4. Abysmal Resonance Projection
  5. The Arcane Soothsayer Carefully Sculpted His Demise
  6. Utterance of the Fall of Man
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