7.5
- Band: COUGHDUST
- Durata: 00:44:33
- Disponibile dal: 24/05/2014
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
Ci siamo imbattuti per caso in questi Coughdust, arrivando sul loro bandcamp da un link postato sulla pagina Facebook dei Rotten Sound. C’era un perché dietro tutto ciò. Oltretutto, potremmo recensire questo album, e questa band, visto che si tratta del loro debutto dopo un EP del 2012, con con una sola frase. Ma aspettate un attimo: avete presente quando i Rotten Sound per allungare un po’ la durata dei loro album pieni di sfuriate velocissime suonano qualche pezzo lento, con i riffoni di chitarra carichi di groove e la batteria che si riposa dettando midtempo? Ecco: i Coughdust sono questi Rotten Sound per un album intero. Addirittura, hanno anche praticamente lo stesso suono. E, se non vi bastasse, c’è anche Sami Latva, batterista proprio dei Rotten Sound in formazione. Se amate quei brani dei finlandesi, cadenzati e avvolgenti, allora gioirete all’ascolto di questi altri finnici. Riff lunghissimi, batteria suonata in relax da Latva, basso pulsante molto in evidenza e vocione gutturale a sovrastare il tutto. Brani come “Wrong”, il migliore del lotto, vi risulteranno più pesanti delle sfuriate di un minuto dei Rotten Sound, perché il contrasto fra riff di chitarra avvolgenti e successive melodie, con il basso ad appesantire in maniera determinante il suono, si rivelerà un mix trascinante. Quando sono inspirati, come in “Selective Amnesia”, i Coughdust arrangiano anche con un solo di chitarra niente male. Ovviamente non hanno scritto un album doom in quanto a tempi: pezzi come “Nothing In Common” o “The Snake And The Wheel” hanno pur sempre un andamento incalzante. Ma, d’altronde, per capirli basterebbe solo guardare la font che hanno scelto per il loro bandname. Un carattere che più corposo che non si potrebbe, con le lettere enormi, rotondeggianti e appiccicate fra loro. Ecco, la loro musica è esattamente così. Nella scaletta ci sono episodi più ispirati di altri, ma mediamente la qualità è buona sempre. Anche nel finale di disco infatti composizioni come “Walls Are My Friend” o la rockeggiante “Three To One” completano la scritta “Coughdust” sull’immaginario muro sonoro spesso un metro eretto da questi finlandesi. Rotten Sound a basso regime, made in Finland, bastano come garanzie, no?