6.5
- Band: COUGHDUST
- Durata: 00:39:55
- Disponibile dal:
- Etichetta:
- Suicide Records
Spotify:
Apple Music:
Con il gain a dieci i finlandesi Coughdust tornano sul mercato con il secondo full-length, “Worldwrench”, che sembra aver deciso di alzare la distorsione delle chitarre oltre ogni limite per proporci una quarantina di minuti di marcissimo death doom metal, su coordinate stoner più nelle intenzioni che nei fatti. Il suono dei Nostri si fa dunque caotico, malato, morboso, divenendo soundtrack di una fine del mondo piena di giudizi negativi, livore e raccapriccio. I tempi sono dilatati, non tanto doom quanto accidentalmente post metal, e la componente death è vivissima quanto mai in plettrate sanguinose e in una voce cavernosa e convincente come quella di Murtonen, che regna indefessa per tutta la durata dell’album. Una buona prova, dicevamo, che non arretra di un passo durante la sua macabra funzione e anzi infonde disgusto e scorno lungo tutte e sei le tracce contenute in “Worldwrench”. Se possiamo lodare il pachidermico viandare della band, però, non possiamo non constatare una certa monotonia (che pur sappiamo essere insita nel genere) che travalica quelli che sono o dovrebbero essere i dettami proposti e rende il disco se non piatto, difficilmente difforme da moltissime altre uscite di questo tipo. Quello che differenzia i Coughdust, forse, sono proprio le intenzioni più funeste, le distorsioni alla Entombed, una voce che sorregge da sola gran parte del lavoro, e in alcuni punti un ispirato riffing che fa da cartina tornasole alla bontà del progetto, cui forse servirà un altro disco prima di arrivare ad aver affinato pienamente quelle che sembrano voler essere le bellicose intenzioni dei Nostri. “Worldwrench” si dimostra un lavoro di buon death/stoner doom, ma l’impressione è che qualcosa di più, ai finnici, possiamo ancora chiedere.